FIMMG: "COSÌ LA MANOVRA METTE A RISCHIO LA SALUTE DEI CITTADINI"
Fonte: Il Sole 24 Ore. 21 novembre 2006
Netta opposizione alla proposta di imporre un tetto di spesa ai medici
di famiglia, proporzionale al numero dei loro pazienti, e all'obbligo
di prescrivere nelle ricette solo il principio attivo di un farmaco.
Giacomo Milillo, neo-eletto segretario nazionale della Federazione italiana
medici di medicina generale (FIMMG), le ritiene due misure inutili, che
colpiscono i medici di famiglia e i cittadini mettendo a rischio la salute
di questi ultimi.
Egli afferma che, in merito alla Finanziaria, nella Commissione Affari
Sociali della Camera alcuni esponenti di Alleanza Nazionale hanno formulato
un emendamento secondo il quale le Regioni dovrebbero imporre ai medici
di famiglia tetti di spesa per tagliare del 10% la spesa dei farmaci,
delle visite specialistiche e della diagnostica. Questo costituisce un
grosso problema; perchè il medico di fronte ad un tetto di spesa
da rispettare potrebbe trovarsi di fronte a situazioni in cui è
incentivato a non assistere il cittadino. Per il segretario generale FIMMG,
i tetti di spesa sono uno strumento rozzo che favorisce i tagli senza
indicare un criterio ragionevole con cui applicarli e la conseguenza della
loro applicazione sarebbe un peggioramento dell'assistenza sanitaria di
base.
Tra gli altri pericoli per la salute denunciati dal sindacato dei medici
di famiglia c'è anche la proposta dell'Autorità garante
per la concorrenza di imporre nelle ricette mediche la prescrizione del
principio attivo e non più il nome commerciale del farmaco. Milillo
intende mantenere un orientamento favorevole ai generici, senza però
dimenticare che possono esistere variazioni significative fra un generico
e l'altro, che in alcuni pazienti possono fare la differenza.
Un'altra critica alle norme della Finanziaria 2007 riguarda il dimezzamento
della deducibilità per il medico delle spese sostenute per l'utilizzo
dell'autovettura per motivi di lavoro. Attualmente i medici possono dedurre
il 50% da una cifra massima di un ammortamento quadriennale di novemila
euro. Con la nuova Finanziaria, questa percentuale passerebbe al 25% che,
per il medico di famiglia con circa 1000 assistiti, comporterebbe una
tassazione maggiore di circa 450 euro l'anno.
UNA NOTA A MARGINE AI "TETTI DI SPESA"
S. Giustini
Fonte: SIMGNEWS
E' giunto il momento che i gestori della Sanità, anche a livello
locale, prendano atto che su pazienti non preventivamente selezionati
dal medico di MG i benefici marginali di qualsiasi intervento specialistico
sono assai ridotti se non o inesistenti, a fronte di costi crescenti,
e sta diventando ineludibile il problema della "umanizzazione"
delle cure, dovuto alla progressiva perdita di un approccio centrato più
sulla persona che non sulla patologia.
Troppo spesso quello che gli Amministratori definiscono "appropriatezza"
coincide invariabilmente e discutibilmente solo con il concetto di "risparmio
di risorse", anche se è indiscutibilmente vero che in Sanità
esistano larghe aree di spreco.
Da tempo è nota una spiccata variabilità nei comportamenti
professionali dei medici di fronte a uno stesso problema clinico, non
solo entro l'ambito della medicina generale ma anche nel contesto della
medicina specialistica e ospedaliera, e in tutte le Nazioni. Anche a livello
della medicina specialistica infatti esistono importanti sacche di inappropriatezza.
Non solo: la non appropriatezza delle prescrizioni specialistiche si ripercuote
inevitabilmente sull'attività dei medici di MG, che spesso devono
trascrivere sul ricettario del servizio Sanitario nazionale i suggerimenti
terapeutici e diagnostici della medicina di secondo livello.
Riteniamo che l'unico parametro di valutazione della corretta prescrizione
del farmaco e l'unico obiettivo da perseguire nel futuro sia costituito
dall'efficienza clinica che, una volta valutata in maniera critica l'efficacia
dei farmaci registrati, deriva dalla competenza, dalla capacità
decisionale del medico, da una buona interazione con l'Autorità
Sanitaria, e con tutti i protagonisti dello scenario della prescrizione",
pazienti compresi.
Non è più sostenibile da un punto di vista etico e professionale
limitare l'analisi della "'inappropriatezza" a tetti di spesa
basati su "medie" e non sul case mix della medicina generale.
E' inoltre importante sottolineare che interventi correttivi sulle prescrizioni
dovrebbero essere rivolte non a raggiungere un certo livello di "risparmio"
ma piuttosto ad "ottimizzare" gli interventi sanitari rivolti
alla popolazione riducendo il consumo di risorse laddove sia dimostrato
sicuramente uno spreco ma incrementando al contrario il consumo laddove
sia stato evidenziato -come ad esempio nel caso - delle Statine in prevenzione
secondaria.
Pensiamo che gli interventi sulla classe medica devono essere culturali,
legati a un miglioramento dell'assistenza e assolutamente non vincolati
ad accordi incentivanti basati su "iso-risorse". E' stato dimostrato
che un processo educativo e culturale basato sull'analisi critica collettiva
dei comportamenti prescrittivi e sulla identificazione di modelli ideali
di comportamento attraverso confronti "alla pari" possa far
crescere la Categoria, motivare i professionisti, produrre miglioramenti
nella qualità delle cure e, al contempo permettere importanti risparmi.
Sosteniamo pertanto la necessità di verificare la possibilità
di utilizzare gli indicatori già individuati e/o modificarli e/o
individuarne di nuovi per: costruire un progetto che contenga gli esiti
della prescrizione e che tenga conto del case-mix della Medicina Generale,
stimolare il self-audit personale dei gruppi e dei medici di MG, smettere
di incentivare i medici di MG sui risparmi farmaceutici, premiare la competenza
clinica, non i crediti teorici, sperimentare incentivi su processi ed
esiti di cura misurabili e misurati.
"Le parole del segretario della FIMMG ci sorprendono" ha commentato
Andrea Mandelli, vice-presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti.
"E sembrano frutto di un eccesso di zelo nella difesa di competenze
che nessuno mette in discussione. Partiamo per esempio dalla questione
del farmacista clinico nei reparti. Non si tratta di andare fare la supervisione
del medico, ma delle prescrizioni: è una pratica che negli Stati
Uniti vanta una letteratura vastissima, e tutta di segno positivo. Studi
controllati hanno dimostrato da tempo la riduzione degli errori di preparazione
e somministrazione laddove medico e farmacista collaborano". Anche
per quanto riguarda la scelta di quali farmaci tenere nella farmacia il
rilievo appare ingiusto. "Il farmacista, da sempre, è in grado
di richiedere praticamente qualsiasi farmaco e sistematicamente lo fa.
Un rilievo simile stupisce da parte di un medico di famiglia, che dovrebbe
sapere come nelle farmacie siano proprio le abitudini prescrittive dei
medici del territorio a guidare la formazione dell'assortimento"
ha detto Mandelli. La Federazione nazionale degli Ordini, ha proseguito
Mandelli, ha presentato da tempo proposte per rendere la professione più
adeguata alle nuove esigenze della tutela della salute, anche per quanto
riguarda l'integrazione con gli altri attori sul territorio. "Questo
non significa che aspiriamo a porre diagnosi, ma a garantire, per esempio,
che il paziente, una volta uscito dall'ambulatorio trovi risposte e servizi
complementari a quelli cui ha avuto accesso nell'ambulatorio del suo medico"
ha concluso Mandelli. "Sono sicuro che Milillo comprende che ogni
nuova iniziativa deve andare a favore dei cittadini sfruttando la sinergia
di tutti i professionisti più percepiti e apprezzati sul territorio.
E se non ci siamo mai seduti a un tavolo è il momento di farlo,
fissando in agenda un appuntamento urgente".
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