RIASSUNTO
Oggigiorno, l'uso dei test di farmacogenetica nella pratica clinica è
ancora limitato. Una potenziale barriera all'implementazione estesa di
questi test è la mancanza di evidenza sulla convenienza economica
del loro utilizzo. Obiettivo di questa review era fornire una revisione
sistematica e critica delle valutazioni economiche dei test di farmacogenetica.
È stata condotta una ricerca in letteratura utilizzando i database
ad accesso aperto, per articoli pubblicati fino a ottobre 2009. Per soddisfare
i criteri di inclusione, gli studi dovevano rispettare la definizione
di "studio di farmacogenomica" (uso dell'informazione sulla
variabilità genetica umana per personalizzare la terapia farmacologica)
e di "valutazione economica" (valutazione sia dei costi che
degli end point clinici). Gli articoli che rispondevano a questi requisiti
sono stati successivamente rivisti e classificati secondo il Quality
of Health Economic Studies (QHES) instrument. Infine, sono
state qualitativamente stabilite le evidenze per la validità e
l'utilità del biomarker, in base al parere di esperti.
Complessivamente, i criteri di inclusione hanno identificato 34 articoli.
La categoria di patologie più comune era quella delle malattie
tromboembolitiche (26%), mentre i biomarker più frequenti erano
tiopurina metiltrasferasi e citocromo P450 2C9 (18% ciascuno). Quasi tutti
gli studi erano stati pubblicati dopo il 2004 (91%). Sono stati identificati
due tipi di studi: studi di costo-efficacia e studi di costo-utilità;
circa la metà era costituita da studi di costo-utilità (53%)
e la maggioranza di questi era stata pubblicata negli ultimi 3 anni. Il
punteggio medio di qualità era 77 (range 29-99). Tra i biomarker
rivisti, la maggior parte avevano mostrato validità clinica, ma
solo 2 avevano dimostrato utilità clinica.
Nonostante il recente aumento delle analisi economiche delle applicazioni,
farmacogenetche, sono necessari ulteriori studi su utilità e validità
clinica di questi biomarker per supportare valutazioni di costo-efficacia.
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