PREDICTIVE
VALUE OF NONINVASIVE MEASURES OF ATHEROSCLEROSIS FOR INCIDENT MYOCARDIAL INFARCTION The
Rotterdam Study IM van der Meer, ML Bots, A. Hofman, et al. Circulation
2004; 109:1089-1094
RIASSUNTO CONTESTO
I metodi disponibili per valutare la gravità della malattia aterosclerotica
extra-coronarica sono molteplici. Uno studio non di popolazione aveva già
analizzato le differenze fra questi metodi in relazione al loro valore predittivo
nei confronti dell'infarto miocardico (IM) o se ciascun metodo avesse valore predittivo
indipendentemente dagli altri. METODI E RISULTATI Nel periodo basale
1990-1993 dello Studio Rotterdam, uno studio di coorte, basato sulla popolazione,
condotto su soggetti di età > 55 anni, sono stati determinati
la presenza di placche carotidee e lo spessore dell'intima media carotidea (IMT)
utilizzando la tecnica a ultrasuoni, l'aterosclerosi dell'aorta addominale mediante
i raggi x, e l'aterosclerosi alle estremità inferiori attraverso l'indice
caviglia-braccio. In questo studio sono stati inclusi 6.389 soggetti; si sono
verificati 258 casi di IM incidente prima dell'1 gennaio 2000. Tutte e 4 le rilevazioni
relative all'aterosclerosi si sono dimostrate validi predittori di IM indipendentemente
dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare. Gli hazard ratios
(HR) sono stati ugualmente elevati per placche carotidee (1,83 [95% IC 1,27-2,62],
aterosclerosi grave o meno), IMT carotidea (1,95 [1,19-3,19]), e aterosclerosi
aortica (1,94 [1,30-2,90]) e leggermente più bassi per aterosclerosi alle
estremità inferiori (1,59 [1,05-2,39]), sebbene le differenze fossero minime.
L'HR per IM nei soggetti con aterosclerosi grave, secondo un punteggio di aterosclerosi
composito, era 2,77 (1,70-4,52) confrontato con i soggetti senza aterosclerosi.
Il valore predittivo per IM di una data entità di aterosclerosi era indipendente
dagli altri parametri. CONCLUSIONI Le misurazioni non invasive di aterosclerosi
extra-coronarica sono validi predittori di IM. Le misurazioni relativamente semplici
che valutano direttamente le placche nell'arteria carotidea e nell'aorta addominale
predicono l'infarto miocardico con la stessa precisione dell'IMT. COMMENTO I
dati dello Studio Rotterdam suggeriscono che quattro metodi per rilevare l'aterosclerosi
extra-coronarica predicono fortemente ed in modo indipendente l'incidenza di infarto
miocardico. Le misure di aterosclerosi carotidea, aortica e alle estremità
inferiori, che sono metodi relativamente economici, non invasivi e di facile esecuzione,
sono indicatori attendibili di successivo sviluppo di IM, anche dopo aggiustamento
per i diversi fattori di rischio cardiovascolare; gli hazard ratios per
IM di queste misure, che sono basate sull'accertamento relativamente semplice
ma diretto della presenza di placche aterosclerotiche, erano tanto elevati quanto
quelli dello spessore dell'intima media carotidea (IMT), un metodo che richiede
misurazioni molto delicate. In diversi studi precedenti queste misure, associate
a calcificazione coronarica e ad altri fattori di rischio cardiovascolare, hanno
fornito informazioni attendibili sul rischio di malattia cardiaca coronarica (CHD).
I ricercatori hanno condotto questo studio valutando in modo prospettico l'associazione
fra diversi metodi non invasivi per la determinazione dell'aterosclerosi e l'incidenza
di IM per la prima volta su una coorte estratta dalla popolazione. 6.389 partecipanti
allo Studio Rotterdam, di età uguale o superiore a 55 anni, sono stati
controllati al basale per valutare l'aterosclerosi carotidea, aortica e alle estremità
inferiori. Nello specifico, i ricercatori hanno misurato le placche carotidee,
lo spessore dell'intima media carotidea, i depositi calcificati nell'aorta addominale
e il rapporto della pressione arteriosa sistolica (BP) tra caviglia e braccio
per l'aterosclerosi alle estremità inferiori (indice caviglia-braccio [AAI]).
Essi hanno classificato ogni paziente in base al livello di aterosclerosi (assente,
leggera, moderata o grave) per ciascuna misurazione e calcolato un punteggio aterosclerotico
derivato dalle 4 variabili. Tutte le singole misurazioni aterosclerotiche che
accertavano la gravità delle placche e lo spessore dell'intima media carotidea
erano predittori accurati di IM incidente, che era occorso durante il follow-up
a 258 pazienti (4%), che avevano il punteggio aterosclerotico totale più
elevato e con l'aterosclerosi delle estremità inferiori che costituiva
un indicatore leggermente più debole di IM rispetto alle altre misurazioni.
Tutte le valutazioni predicevano l'infarto miocardico indipendentemente dalla
varietà dei fattori di rischio cardiovascolare e dalla terapia in uso.
Hazard
Ratios per IM incidente secondo la gravità dell'aterosclerosi Misura
aterosclerotica | leggera | moderata | grave | Placche
carotidee | 1,19 | 1,28 | 1,83 | IMT
carotidea | 1,56 | 1,63 | 1,95 | Aterosclerosi
aortica | 1,06 | 1,81 | 1,94 | Aterosclerosi
estremità inferiori | 1,12 | 1,55 | 1,59 | Punteggio
aterosclerotico composito |
1,28
| 1,71 | 2,77 |
A
differenza di quanto fato per l'IMT e l'AAI, la misura delle placche nell'arteria
carotidea e nell'aorta addominale fino ad ora non è stata studiata approfonditamente
in relazione alla malattia cardiovascolare. Dai risultati dello studio emerge
che il valore predittivo di questi esami, semplici ma immediati, per la valutazione
della presenza di placche equivale a quello già noto dell'IMT. Per la
stratificazione del rischio di IM, la determinazione dell'entità della
malattia aterosclerotica extracoronarica, così come l'indicazione della
presenza di fattori di rischio non noti o non rilevati (ad esempio predisposizione
genetica o infiammazione), possono dunque rappresentare un importante approccio
aggiuntivo alla semplice determinazione dei fattori di rischio cardiovascolare
tradizionali ed aiutare a stabilire se alcuni sottogruppi specifici possano ottenere
più vantaggi rispetto ad altri, ad esempio i soggetti con un profilo di
rischio cardiovascolare intermedio, per i quali la presenza o l'assenza di lesioni
aterosclerotiche può determinare la necessità di una terapia medica. In
base ai risultati dello Studio Rotterdam, è poco probabile che l'IMT venga
utilizzato come strumento di screening nella popolazione generale, anche perchè
la rilevazione di aterosclerosi alle estremità inferiori mediante AAI ha
il vantaggio di essere un metodo molto veloce, di facile esecuzione (anche al
di fuori delle strutture ospedaliere) ed economico per la valutazione della gravità
dell'aterosclerosi, Attualmente gli autori non consigliano per la stratificazione
del rischio l'applicazione di tutti i metodi studiati. Dovrà essere ancoa
dimostrato se, come essi ipotizzano, l'associazione di più misure extracoronariche
di valutazione dell'aterosclerosi o di calcificazione coronarica potrà
avere valore aggiuntivo rispetto alla determinazione tradizionale dei fattori
di rischio cardiovascolare. |