HEMOSTATIC
FUNCTION AND PROGRESSING ISCHEMIC STROKE: D-DIMER PREDICTS EARLY CLINICAL PROGRESSION Barber
M, Langhorne P, Rumley A et al. Stroke, published online, aprile 2004
RIASSUNTO CONTESTO
La progressione clinica precoce dell'ictus ischemico è frequente ed è
associata ad un rischio aumentato di morte e invalidità. Gli autori hanno
ipotizzato che l'attivazione del sistema di coagulazione potrebbe rappresentare
un contributo importante in alcuni casi di deterioramento. L'obiettivo dello studio
era di caratterizzare le alterazioni dei markers emostatici circolanti nei pazienti
con progressione dell'ictus. METODI Sono stati analizzati 219 ricoveri
consecutivi per ictus ischemico acuto. La progressione dell'ictus era definita
in base al deterioramento dei componenti della Scandinavian Stroke Scale.
I markers emostatici sono stati misurati entro le 24 ore dai sintomi (fattori
di coagulazione VIIc, VIIIc e IXc, frammenti di protrombina 1+2 [F1+2], i complessi
trombina-antitrombina [TAT], i livelli di D-dimero e fibrinogeno, il fattore von
Willebrand [vWF] e l'attivatore del plasminogeno tissutale). RISULTATI
Complessivamente 54 (25%) pazienti rientravano nei criteri della progressione
dell'ictus. I livelli di F1+2 (media 1,28 vs 1,06 nmol/L, p=0,01), TAT (5,28 vs
4,07 µg/L, p<0,01), D-dimero (443 vs 194 ng/mL, p<0,001) e vWF (216
vs 198 IU/dL, p<0,05) erano più elevati in questi pazienti rispetto
ai pazienti in condizioni stabili di miglioramento. All'analisi di regressione
logistica, dopo inclusione di tutte le variabili cliniche importanti e di laboratorio,
solamente il logaritmo naturale del D-dimero (odds ratio [OR] 1,87; Intervallo
di Confidenza [IC] al 95% 1,38-2,54; p=0,0001) e la pressione arteriosa media
(OR 1,26 per variazioni di 10 mm Hg; IC 95% 1,05-1,51; p=0,01) rimanevano predittori
indipendenti della progressione dell'ictus. CONCLUSIONI Nei pazienti
con progressione dell'ictus ischemico si è osservata una produzione di
trombina e turnover di fibrina eccessivi. I livelli di D-dimero potrebbero essere
collegati alla progressione dell'ictus e riflettere l'insorgenza di formazione
di trombi all'interno dei vasi cerebrali o rappresentare un marker di ipercoagulabilità
sistemica. In alternativa, livelli elevati di D-dimero possono essere semplicemente
un marker di un ictus più grave come parte di un processo infiammatorio
in fase acuta. Sono indispensabili ulteriori studi per valutare se i pazienti
ad alto rischio possono ottenere dei vantaggi da interventi neuroprotettivi precoci
mirati alla modifica della funzionalità emostatica. |