THE
METABOLIC SYNDROME, CIRCULATING OXIDIZED LDL, AND RISK OF MYOCARDIAL INFARCTION
IN WELL-FUNCTIONING ELDERLY PEOPLE IN THE HEALTH, AGING, AND BODY COMPOSITION
COHORT
Paul Holvoet, Stephen B. Kritchevsky, Russel P. Tracy, et al.
Diabetes 2004; 53:1068-1073
Il
colesterolo LDL ossidato (oxLDL) svolge un ruolo importante nella patogenesi
dell'aterosclerosi. Gli autori hanno dimostrato un'associazione tra malattia
cardiovascolare (CVD) e ossidazione del colesterolo LDL. Hanno anche evidenziato
che il colesterolo oxLDL circolante rappresenta un marker prognostico
di CVD nei pazienti che hanno subito un trapianto cardiaco. Nelle persone
di età media, obesità e dislipidemia costituiscono i predittori
più forti dei livelli di oxLDL.
Recentemente, è stata evidenziata l'associazione tra dislipidemia
e ossidazione del colesterolo LDL nei soggetti in stato pre-diabetico.
Gli autori hanno potuto dimostrare nella coorte Health, Aging, And
Body Composition (Health ABC), che una condizione di
rischio elevato (secondo il Framingham Score) di malattia coronarica (CHD)
antecedente ad eventi CHD è associata a livelli elevati di oxLDL
circolante, anche dopo aggiustamento per il colesterolo LDL.
I soggetti affetti da sindrome metabolica hanno un rischio aumentato di
sviluppare CHD e di mortalità per CHD ed altre cause. Il Third
Report of the National Cholesterol Education Program Expert Panel on Detection,
Evaluation, and Treatment of High Blood Cholesterol in Adults (ATP
III) sottolinea l'importanza della sindrome metabolica e stabilisce
i criteri per la sua definizione. I risultati del Third National Health
and Nutrition Examination Survey (NHANES III) hanno mostrato
che la sindrome metabolica è altamente prevalente negli Stati Uniti,
che la prevalenza aumenta dal 6,7% per i partecipanti di età compresa
tra 20 e 29 anni al 43,5 e 42% per i partecipanti di età compresa
tra 60 e 69 anni e >70 anni, rispettivamente.
Poiché la sindrome metabolica è associata ad un alto rischio
di malattia aterosclerotica, un processo che implica l'ossidazione del
colesterolo LDL, gli autori hanno valutato la relazione fra i componenti
della sindrome metabolica e i livelli di oxLDL circolante nella coorte
Health ABC. Considerato che hanno evidenziato un'associazione fra la sindrome
metabolica e una più alta prevalenza di livelli elevati di oxLDL,
gli autori hanno tentato di valutare, in una popolazione anziana su larga-scala,
la relazione potenziale fra sindrome metabolica, oxLDL circolante e incidenza
di eventi CHD.
Sono state misurate le concentrazioni plasmatiche di oxLDL di 3.033 partecipanti
anziani dello studio Health, ABC. La condizione di sindrome metabolica
è stata definita in base ai criteri stabiliti dall'ATP III. La
sindrome metabolica è stata associata a livelli più elevati
di oxLDL derivanti da una frazione di oxLDL, e non da livelli aumentati
di colesterolo LDL. I soggetti con sindrome metabolica presentavano una
probabilità doppia di avere livelli di oxLDL alti (>1,90 mg/dL)
rispetto a quelli senza sindrome metabolica, dopo aggiustamento per età,
sesso, etnia, abitudine al fumo e colesterolo LDL. Fra i partecipanti
che, all'ingresso nello studio, avevano la sindrome metabolica, la percentuale
di incidenza di eventi CHD futuri era 1,6 volte più alta, dopo
aggiustamento per età, sesso, etnia, abitudine al fumo. Il colesterolo
oxLDL non era un predittore indipendente di rischio totale di CHD. Tuttavia,
i soggetti con oxLDL elevato hanno mostrato una maggiore predisposizione
all'infarto miocardico (rischio relativo 2,25; Intervallo di Confidenza
al 95% 1,22-4,15).
La sindrome metabolica, un fattore di rischio per CHD, è associata
a livelli più elevati di oxLDL circolante che sono associati ad
una maggiore predisposizione alla malattia coronarica aterotrombotica.
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