PROGRESSION
OF CORONARY ARTERY CALCIUM AND RISK OF FIRST MYOCARDIAL INFARCTION IN
PATIENTS RECEIVING CHOLESTEROL-LOWERING THERAPY
Paolo Raggi, Tracy Q. Callister, and Leslee J. Shaw
Arterioscler Thromb Vasc Biol 2004; 24: 1272 - 1277
In
uno studio osservazionale condotto su pazienti sottoposti a terapia ipolipemizzante
i soggetti che hanno subito un infarto miocardico (IM) nel corso dei tre
anni di follow-up hanno avuto una progressione molto significativa del
calcio coronarico (CAC) rispetto a quelli che non hanno subito l'evento,
malgrado un controllo simile dei livelli di colesterolo LDL.
La continua espansione di CAC può indicare un insuccesso per alcuni
pazienti che beneficiano del trattamento ipolipemizzante e comportare
un rischio aumentato di avere eventi cardiovascolari. Le statine sono
molto efficaci nel ridurre l'incidenza di attacchi cardiaci, ma questa
riduzione è relativa a non oltre il 35% dei soggetti: il rimanente
65% incorre ugualmente in eventi nonostante il trattamento.
Da questo studio è emerso che il monitoraggio della progressione
di CAC, effettuato mediante tomografia seriale a fascio di elettroni (TBE),
aggiunge informazioni prognostiche al monitoraggio del colesterolo LDL
nei pazienti sottoposti a terapia ipolipemizzante.
Tra 495 pazienti asintomatici con livelli di colesterolo LDL simili, 41
hanno subito un IM durante il follow-up. Mediamente, questi soggetti hanno
mostrato un accumulo maggiore e più rapido di CAC rispetto a quelli
che non hanno avuto l'evento.
In particolare, il rischio relativo di IM in presenza di una progressione
sostanziale del calcio - più del 15% l'anno - era superiore di
circa 17 volte rispetto all'assenza di tale progressione.
Tuttavia il migliore predittore di un evento-infarto risultava essere
la combinazione di livelli di colesterolo LDL e del CAC.
Quindi, alla misurazione dei livelli di LDL, si dovrebbero aggiungere
altre rilevazioni dello stato vascolare di ogni singolo paziente, uomo
o donna, per avere un'idea più precisa delle sue condizioni di
salute.
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