IL FUMO PASSIVO SAREBBE MOLTO PIU' NOCIVO PER LA SALUTE CARDIOVASCOLARE DI QUANTO DIMOSTRATO AD OGGI


PASSIVE SMOKING AND RISK OF CORONARY HEART DISEASE AND STROKE: PROSPECTIVE STUDY WITH COTININE MEASUREMENT
Whincup PH, Gilg JA, Emberson JR, et al.
BMJ 2004; 329:200-205. Epub 30Jun 2004

Molti studi hanno riportato che il fumo passivo è associato ad un aumentato rischio di malattie coronariche (CHD), comparando il rischio di non fumatori che vivevano o non vivevano con un partner fumatore. Pochi di questi lavori si sono occupati invece dell'esposizione occupazionale.
Scopo del presente lavoro è stato l'esame dell'associazione tra un biomarker di esposizione passiva al fumo di tabacco (concentrazione serica di cotinina) ed il rischio di sviluppare malattie coronariche e/o ictus.

La cotinina è un metabolita della nicotina utilizzato per quantificare l'esposizione al fumo attivo, ma soprattutto a quello passivo. La cotinina permane abbastanza a lungo nell'organismo (emivita nel sangue: 20 ore). E' possibile dosarla oltre che nel sangue anche nella saliva o nell'urina con una metodica più semplice. La concentrazione nella saliva e nelle urine è molto simile a quella ematica. La concentrazione media della cotinina nelle urine di non fumatori esposti al fumo disperso nell'ambiente è stata misurata in 40 mg/mL. La concentrazione media per i fumatori attivi si aggira sui 1500 mg/mL.

E' stato disegnato uno studio prospettico di popolazione (The British Regional Heart Study) con 4729 soggetti arruolati nel 1978-1980 che hanno fornito un campione di sangue per il dosaggio della cotinina ed informazioni dettagliate sulla storia personale relativa al fumo. Gli end point primari erano gli eventi CHD maggiori e l'ictus (fatali e non fatali) durante i 20 anni di follow-up.
2105 uomini che al basale affermavano di essere non-fumatori e le cui concentrazioni plasmatiche di cotonina erano <14,1 ng/mL, vennero divisi in 4 quartili sulla base dei livelli del marker.
I rischi relativi (intervallo di confidenza al 95%) per le CHD, dopo aggiustamento per i fattori di rischio noti, tenendo come riferimento il quartile più basso (<0,7 ng/mL di cotinina), erano i seguenti:

  • 1,45 (1,01-2,08) nel secondo quartile (0,8-1,4 ng/mL)
  • 1,49 (1,03-2,14) nel terzo quartile (1,5-2,7 ng/mL)
  • 1,57 (1,08-2,28) nel quarto quartile (2,8-14,0 ng/mL).

Gli hazard ratios (quarto quartile vs primo) erano particolarmente aumentati nel corso del primo quinquennio di follow-up (3,73; 1,32-10,58) e del secondo (1,95; 1,09-3,48) rispetto all'ultimo.
Non sono state invece osservate associazioni tra cotonina e rischio di ictus.
Gli autori affermano che i precedenti studi basati sulle informazioni riportate dal soggetto non fumatore riguardanti la presenza o meno di un partner fumatore sembrano sottostimare i rischi derivanti dall'esposizione passiva (25-30% contro il 50% dimostrato in questo studio).
Sono necessari tuttavia ulteriori studi prospettici, che utilizzino biomarker di fumo passivo, per confermare queste evidenze. Appare comunque evidente la necessità di nuove norme sulla proibizione del fumo nei posti di lavori e negli ambienti pubblici.