LA PRESENZA DI PRE-IPERTENSIONE E' CORRELATA A LIVELLI PIU' ELEVATI
DI PROTEINA C REATTIVA


ELEVATION OF C-REACTIVE PROTEIN IN PEOPLE WITH PREHYPERTENSION
King DE, Egan BM, Mainous III AG, et al.
J Clin Hypertens 2004; 6:562-568


Una pressione arteriosa (PA) elevata è un fattore di rischio indipendente prevalente per la malattia cardiovascolare. Recentemente, durante il Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure (JNC 7) l'attenzione si è focalizzata su una nuova e più rigorosa classificazione di PA per la definizione di soggetti pre-ipertesi, che in passato non erano considerati ipertesi, con valori di pressione sistolica (PAS) di 120-139 o diastolica (PAD) di 80-89 mm Hg.
Anche se non è ancora noto a quale livello di rischio cardiovascolare sia associata la pre-ipertensione, l'evidenza suggerisce che le persone con valori pressori che rientrano nel range definito come "pre-ipertensione" possono essere a rischio cardiovascolare aumentato perché hanno una probabilità doppia di sviluppare ipertensione rispetto ai soggetti normotesi (<120/80 mm Hg). Alcuni studi segnalano una relazione tra PA nel range di pre-ipertensione o ipertensione lieve e dislipidemia e insulino-resistenza a un grado più elevato rispetto alle loro controparti normotese.
Anche se i meccanismi alla base dello sviluppo della malattia cardiovascolare nei soggetti ipertesi non sono ancora completamente noti, un ampio numero di evidenze suggerisce che l'infiammazione può avere un ruolo intermedio rilevante. Questo è particolarmente importante perché livelli elevati di marker infiammatori come la proteina C-reattiva (PCR) predicono in modo indipendente un rischio cardiovascolare aumentato. Livelli elevati di PCR sono stati collegati a diverse condizioni aterogene, comprese iperglicemia, insulino-resistenza e diabete manifesto.
Da studi recenti sono emersi i primi chiarimenti sulla natura della relazione tra PCR e PA. Nel Helsinki Heart Study, la combinazione di PAS >150 mm Hg e PCR >2,7 mg/L è risultata essere aggiuntiva per il rischio di infarto miocardico e morte coronarica (odds ratio [OR] 4,73; Intervallo di Confidenza [IC] al 95% 2,43-9,21 comparati solo con PAS elevata; OR 1,56; IC 95% 0,95-2,55 solo per PCR elevata).
Uno studio recente condotto su 8.347 soggetti coreani ha dimostrato una prevalenza maggiore di ipertensione associata ad ogni quartile crescente di PCR. Gli autori hanno mostrato che livelli di PCR aumentati nelle donne normotese o pre-ipertese sono associati ad un rischio maggiore di sviluppare ipertensione in futuro. Tuttavia, nessuno di questi studi ha esaminato la relazione fra PA, pre-ipertensione in particolare, e PCR in una parte di popolazione statunitense ampia e demograficamente differente.
Per valutare l'associazione tra PCR e PA, gli autori di questo studio hanno analizzato i dati del Third National Health and Nutrition Examination Survey 1988-1994 (NHANES III). Questo database ha diversi vantaggi, incluse le informazioni sulle variabili demografiche ed antropometriche e informazioni sui molti fattori di rischio cardiovascolare, che hanno consentito il controllo per confondenti diversi.
L'obiettivo principale dello studio era esaminare la relazione tra PA ed aumento di PCR e determinare se le persone con pre-ipertensione avevano più probabilità di avere livelli di PCR elevati rispetto alle persone normotese.
All'analisi non aggiustata, si è evidenziato un aumento graduale e continuo della probabilità di PCR elevata attraverso un ampio range di categorie di PA. I soggetti pre-ipertesi avevano una prevalenza più alta di PCR elevata rispetto ai soggetti normotesi (27,4% vs 19,8%; p<05). Dopo aggiustamento per età, sesso, razza, fumo, indice di massa corporea (IMC), attività fisica, diabete e terapie utilizzate, i soggetti con PAS 120-139 mm Hg o PAD 80-89 mm Hg avevano più probabilità di avere livelli elevati di PCR rispetto alle persone con PAS <120 (OR 1,36; IC 95% 1,14-1,62; OR 1,20; IC 95% 1,02-1,41, rispettivamente). PCR e PA sono correlate positivamente in un ampio intervallo di categorie di PA. Una proporzione rilevante di soggetti pre-ipertesi hanno elevati livelli di PCR indipendenti dai confondenti multipli.
Questi risultati suggeriscono che una PCR elevata può motivare alcuni dei rischi associati alla PA osservati nel range di pre-ipertensione. Gli autori hanno osservato che la relazione tra pre-ipertensione e PCR era più evidente con la PAS rispetto alla PAD. Studi epidemiologici precedenti hanno indicato una relazione più forte tra PAS, rispetto a PAD, ed eventi cardiovascolari e mortalità. Anche se speculativi, i risultati di questo studio offrono un altro potenziale fattore che contribuisce alla relazione più stretta della PAS rispetto alla PAD con gli eventi cardiovascolari, precisamente livelli elevati di PCR. Questi risultati forniscono un'evidenza ulteriore per la categoria di pre-ipertensione designata recentemente dal JNC 7, che identifica un gruppo di persone che potrebbero essere a rischio cardiovascolare più alto rispetto a quanto precedentemente stimato, a causa di livelli elevati di PCR.
Il collegamento tra pre-ipertensione e PCR elevata offre supporto ai consigli del JNC 7 che indirizzano questi soggetti verso interventi sullo stile di vita.