UNO STUDIO CASO-CONTROLLO EVIDENZIA UNA POSSIBILE ASSOCIAZIONE INVERSA TRA USO DI FARMACI ANTIDEPRESSIVI E OSPEDALIZZAZIONE PER INFARTO MIOCARDICO


ANTIDEPRESSANTS AND RISK OF FIRST-TIME HOSPITALIZATION FOR MYOCARDIAL INFARCTION: A POPULATION-BASED CASE-CONTROL STUDY
Taco B. M. Monster, Søren P. Johnsen, Mette L. Olsen, et al.
Am J Med 2004; 117:732-737


RIASSUNTO
SCOPO Numerosi studi hanno già dimostrato un rischio aumentato di infarto miocardico (IM) fra i pazienti depressi. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs) sembra che non abbiano gli effetti avversi antiaritmici degli antidepressivi triciclici e si ritiene che inibiscano l'aggregazione piastrinica.
Gli autori di questo studio hanno valutato se l'utilizzo di differenti classi di antidepressivi era associato ad un rischio inferiore di prima ospedalizzazione per IM rispetto al non utilizzo.
METODI Sono stati identificati 8.887 casi di prima ospedalizzazione per IM e 88.862 controlli tra la popolazione, bilanciati per età e sesso, durante il periodo 1994-2002, fra i residenti del North Jutland County, Danimarca.
I casi ed i controlli sono stati stratificati in base alla storia pregressa di malattia cardiovascolare. Utilizzando un database di prescrizioni mediche, sono state individuate tutte le prescrizioni di antidepressivi effettuate prima dell'ospedalizzazione per IM. Per stimare gli odds ratios di IM associato all'uso di antidepressivi è stata utilizzata una regressione logistica condizionale, aggiustata per i possibili fattori confondenti.
RISULTATI Nei pazienti con storia di malattia cardiovascolare, gli autori hanno evidenziato indicazioni di un rischio più basso di IM tra quelli che usavano SSRIs (odds ratio [OR] aggiustato =0,85; Intervallo di Confidenza [IC] al 95%: 0,62-1,16), inibitori non selettivi della ricaptazione della serotonina (OR aggiustato =0,83; 0,50-1,38), ed altri antidepressivi (OR aggiustato =0,55; 0,31-0,97). Gli autori non hanno osservato associazioni simili tra i pazienti senza storia di malattia cardiovascolare; inoltre non hanno evidenziato differenze consistenti fra le classi di antidepressivi utilizzati e il rischio di prima ospedalizzazione per IM.
Lo studio non includeva dati sulla depressione, così rimane incerto se i farmaci abbiano esercitato un effetto diretto sull'IM o se si trattava di un effetto proprio del farmaco sul miglioramento della sintomatologia depressiva. Gli autori citano a questo proposito i risultati del trial ENRICHD, nel quale solamente l'utilizzo degli antidepressivi risultava associato ad una mortalità inferiore e non il miglioramento dei sintomi.
CONCLUSIONI L'uso di antidepressivi può essere associato ad un rischio inferiore di ospedalizzazione per IM fra le persone con storia di malattia cardiovascolare, sebbene rimanga non chiaro se ci sono differenze tra le varie classi di questi farmaci.