Fonte:
theheart.org
Un
nuovo report dal Nurses's Health Study (NHS) suggerisce
che un consumo maggiore di folati può ridurre il rischio di ipertensione.
Le donne che assumevano i maggiori quantitativi di folati (> 800 g/die)
avevano una riduzione del 13% del rischio di ipertensione rispetto a quelle
che assumevano quantitativi inferiori a 200 g/die. Il beneficio era anche
superiore fra le donne più giovani che avevano al basale un'età
compresa tra 26 e 46 anni, con una riduzione del rischio di quasi il 30%
per il più alto quantitativo di folati assunti.
Lo studio è stato presentato all'American Heart Association
58th Annual High Blood Pressure Research Conference.
Due trial minori avevano mostrato effetti positivi significativi sulla
pressione arteriosa collegati ad una integrazione di folati. Questa evidenza
precedente emersa potrebbe rappresentare una base sostanziale per i risultati
del presente studio, anche se è indispensabile un grande trial
randomizzato che studi l'integrazione di acido folico e placebo in giovani
donne senza ipertensione al basale.
L'acido folico esercita effetti sia diretti che indiretti che potrebbero
agire sulla riduzione del rischio di ipertensione. Esso aumenta l'attività
della ossido nitrico sintasi, importante per la funzionalità endoteliale.
Ulteriori vantaggi indiretti potrebbero derivare dell'effetto dell'acido
folico sulla riduzione dei livelli di omocisteina, che è tossica
per le cellule endoteliali.
Utilizzando i dati del NHS, gli autori dello studio hanno valutato l'associazione
tra diversi livelli di assunzione di folati con l'alimentazione e con
l'integrazione e il rischio successivo di ipertensione fra le donne senza
ipertensione prevalente al basale. Questa analisi includeva 62.260 donne
di età compresa tra 43 e 70 anni del NHS I, e 93.034 donne tra
26 e 46 anni del NHS II.
Le informazioni al basale sull'assunzione di folati sono state raccolte
mediante questionari sul regime alimentare, aggiornati ogni quattro anni.
L'ipertensione incidente, diagnosticata clinicamente, era stabilita da
questionari auto-compilati a cadenza biennale.
Dopo un periodo di 8 anni di follow-up, si sono osservati 12.347 casi
incidenti di ipertensione fra le infermiere del NHS I e 7.190 fra quelle
del NHS II. Per valutare i rischi relativi multivariati, dopo controllo
per un ampio range di fattori comprendenti età, IMC, fumo, storia
familiare ed assunzione di altre sostanze nutrienti come le vitamine del
gruppo B, è stato usato le regressione degli hazard proporzionali
di Cox.
Le donne di entrambe le coorti che consumavano più di 800 g/die
di folati totali, sia con la loro alimentazione che con le integrazioni,
mostravano una riduzione del rischio di ipertensione se confrontate con
le donne nella categoria più bassa di consumo.
Rischio di ipertensione associata ad un'assunzione di folati >800
g/die vs <200 g/die
COORTE
|
RIDUZIONE
DEL RISCHIO
|
IC
95%
|
NHS
I (età 43-70) [%]
|
13
|
1-24
|
NHS
II (età 26-46) [%]
|
29
|
17-40
|
Dopo
aggiustamento per i folati assunti con l'alimentazione, le donne più
giovani che integravano la quantità di folati avevano una riduzione
del 39% del rischio rispetto a quelle che non assumevano integrazioni.
Restringendo l'analisi alle donne che con la dieta assumevano quantitativi
di folati molto bassi, quelle con le assunzioni più elevate di
folati attraverso le integrazioni avevano un rischio significativamente
ridotto di ipertensione, sia nella coorte più vecchia che in quella
più giovane, con benefici maggiori osservati nella coorte più
giovane.
Rischio di ipertensione associata ad un'assunzione di folati mediante
integratori >800 g/die vs <200 g/die nelle donne con un'assunzione
con la dieta <200 g/die
COORTE
|
RIDUZIONE
DEL
RISCHIO
|
IC
95%
|
p
PER IL TREND
|
NHS
I (età 43-70) [%]
|
40
|
66-109
|
0,05
|
NHS
II (età 26-46) [%]
|
48
|
10-70
|
0,02
|
Fra
le donne che assumevano folati unicamente attraverso l'alimentazione,
c'era molta meno varietà nei quantitativi, così erano confrontabili
solo quelle con integrazioni <200 e quelle con integrazioni >400
g/die, e gli autori non hanno evidenziato associazioni significative fra
quantitativi più elevati di folati assunti con l'alimentazione
e rischio ridotto di ipertensione.
Mentre la variabilità limitata dell'analisi potrebbe spiegare questo
risultato, è anche possibile che ci siano differenze fondamentali
tra folati assunti con la dieta e con gli integratori. E' noto che la
biodisponibilità delle integrazioni di acido folico è doppia
rispetto a quella ottenuta dal regime alimentare.
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