EXTRACRANIAL
THROMBOTICALLY ACTIVE CAROTID PLAQUE AS A RISK FACTOR FOR ISCHEMIC STROKE
Spagnoli LG, Mauriello A, Sangiorgi G, et al.
JAMA 2004; 292:1845-1852
RIASSUNTO
CONTESTO Studi recenti suggeriscono che altri fattori, oltre il
grado di stenosi dell'arteria carotidea, sono coinvolti nella patogenesi
dell'ictus ischemico, in particolare le modificazioni della composizione
delle placche e le complicanze correlate.
OBIETTIVO Valutare il ruolo della rottura delle placche carotidee
e della trombosi nella patogenesi dell'ictus ischemico nei pazienti sottoposti
ad endarteriectomia carotidea, ad esclusione di quelli con possibile embolizzazione
cardiaca o stenosi grave del circolo di Willis.
METODI E' stato effettuato l'esame istologico di 269 placche carotidee,
selezionate da una Banca Interistituzionale di Tessuto Carotideo, dopo
endarteriectomia chirurgica nel periodo gennaio 1995-dicembre 2002. 96
placche provenivano da pazienti con ictus ipsilaterale maggiore, 91 da
pazienti con attacco ischemico transitorio (TIA) e 82 da pazienti asintomatici.
END-POINT PRIMARI Differenze fra i gruppi dello studio nella frequenza
di trombosi, rottura ed erosione del cappuccio fibroso, infiltrato infiammatorio
e fattori di rischio cardiovascolare importanti.
RISULTATI Si è osservata in 71 (74%) dei 96 pazienti con
ictus ipsilaterale maggiore un'associazione fra placca carotidea attiva
ed infiltrato infiammatorio elevato (e in tutte le 32 placche dei pazienti
operati entro due mesi dall'insorgenza del sintomo), rispetto ai 32 (35,2%)
dei 91 pazienti con TIA (p<0,001) o ai 12 (14,6%) degli 82 pazienti
asintomatici (p<0,001). Inoltre, è stata osservata la presenza
di un trombo recente nel 53,8% dei pazienti con ictus operati da 13 a
24 mesi dopo l'evento cerebrovascolare. Un trombo acuto era associato
alla rottura del cappuccio in 64 (90,1%) delle 71 placche dei pazienti
con ictus e ad erosione nei rimanenti 7 casi (9,9%). Le rotture delle
placche dei pazienti affetti da ictus erano caratterizzate dalla presenza
di un infiltrato infiammatorio più grave costituito da monociti,
macrofagi e linfociti T rispetto a quelli osservati nei gruppi TIA e asintomatici
(p=0,001). Non si sono osservate differenze significative tra i gruppi
dei fattori di rischio cardiovascolare maggiori.
CONCLUSIONI I risultati di questo studio evidenziano un ruolo rilevante
della trombosi e dell'infiammazione nell'ictus ischemico in pazienti affetti
da malattia aterosclerotica carotidea.
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