LIPID
MANAGEMENT IN PATIENTS WITH UNSTABLE ANGINA PECTORIS AND NON-ST-SEGMENT ELEVATION
ACUTE MYOCARDIAL INFARCTION (FROM CRUSADE) Foody JM,. Roe MT, Chen AY, et al. Am
J Cardiol 2005;95:483-485
Uno
studio che ha coinvolto oltre 40.000 pazienti con angina o infarto miocardico
ha mostrato grandi variazioni nella determinazione e nel controllo dei livelli
lipidici, inducendo gli autori a valutare migliori strategie per la gestione dei
lipidi. Gli autori hanno valutato 41.494 documentazioni di pazienti del Can
Rapid Risk Stratification of Unstable Angina Patients Suppress Adverse Outcomes
With Early Implementation of the American College of Cardiology/American Heart
Association Guidelines (CRUSADE) Quality Improvement Initiative. I pazienti
arruolati nel CRUSADE avevano sintomi ischemici a riposo nelle 24 ore precedenti
il ricovero ospedaliero ed erano stati dimessi con una diagnosi di angina o infarto
miocardico. Analizzando i dati di questi pazienti, gli autori hanno evidenziato
che, complessivamente, il 57,6% aveva i valori di colesterolo LDL esaminati allo
stesso livello durante la loro permanenza in ospedale. Tuttavia, solo il 20,6%
dei pazienti che avevano concentrazioni di colesterolo LDL superiori a 130 mg/dl
erano stati dimessi dal ricovero con una prescrizione di terapia ipocolesterolemizzante. Inoltre,
i pazienti che avevano un'età superiore a 75 anni era meno probabile che
ricevessero una terapia ipocolesterolemizzante rispetto a quelli più giovani
(53,7% vs 70,4%), e le donne avevano minori probabilità di ricevere la
terapia rispetto agli uomini (59,5% vs 68,3%). Le decisioni di prescrivere
o meno una terapia erano influenzate anche dall'ospedale e dal medico che aveva
gestito il ricovero: i pazienti che erano stati ricoverati in cliniche universitarie
od ospedali con maggiore propensione all'intervento chirurgico era più
probabile che ricevessero la prescrizione di una terapia ipocolesterolemizzante
rispetto ai pazienti che si erano presentati in cliniche non universitarie, oppure
in cliniche senza cardiac-care facilities. Il risultato più evidente
dello studio è che, in un grande campione di pazienti che sono stati ospedalizzati
per sindrome coronarica acuta in tutti gli Stati Uniti, una proporzione significativa
non è stata valutata per anomalie dei livelli di colesterolo. Poichè
il tasso di mortalità nei pazienti con sindrome coronarica acuta è
elevato e la terapia ipocolesterolemizzante ne riduce la mortalità, i risultati
di questo studio dimostrano che esistono molteplici opportunità per migliorare
la cura e le conseguenze cliniche in questi pazienti. |