LO STUDIO CARDIA MOSTRA UNA ASSOCIAZIONE TRA ASSUNZIONE DI ALCOL E CALCIFICAZIONE CORONARICA PRECOCE



ALCOHOL CONSUMPTION, BINGE DRINKING, AND EARLY CORONARY CALCIFICATION: FINDINGS FROM THE CORONARY ARTERY RISK DEVELOPMENT IN YOUNG ADULTS (CARDIA) STUDY
Pletcher MJ, Varosy P, Kiefe CI, et al.
American Journal of Epidemiology 2005; 161(5)


Non è chiaro fino a che punto gli effetti cardiovascolari, apparentemente benefici, di un uso moderato di alcol rappresentino una protezione contro l'aterosclerosi.
Nell'ambito del Coronary Artery Risk Development in Young Adults (CARDIA) Study (1985-2001) sono stati misurati durante 15 anni di follow-up l'assunzione di alcol, i fattori di rischio per le malattie coronariche e la calcificazione coronarica (un marker di aterosclerosi). Su 3.037 partecipanti di età compresa tra 33 e 45 anni dopo il follow-up (55% donne, 45% neri), la prevalenza della calcificazione coronarica era dell'8% per un consumo di 0 bevande/settimana (n=1.435), 9% per 1-6 bevande/settimana (n=1.023), 13% per 7-13 bevande/settimana (n=341) e 19% per =14 bevande/settimana (n=238) (p<0,001 per il trend). La calcificazione era anche più comune fra i bevitori accaniti (odds ratio=2,1, intervallo di confidenza al 95% 1,6-2,7). Queste associazioni persistevano dopo aggiustamento per potenziali confondenti (età, genere/etnie, reddito, attività fisica, storia familiare, indice di massa corporea, fumo) e fattori intermedi (lipidi, pressione sanguigna, glucosio, proteina C-reattiva e fibrinogeno).
La stratificazione mostrava che la relazione dose-risposta era più chiaramente presente negli uomini neri; solo un uso più elevato di alcol (=14 bevande/settimana) era associato ad una calcificazione coronarica in altri sottogruppi di razza/sesso.
Questi risultati sorprendenti rivelano la presenza di effetti proaterogeni dell'alcol nei giovani adulti, specialmente se neri, che possono controbilanciare l'aumento del colesterolo HDL e altri possibili benefici legati all'alcol.