L'ASSUNZIONE DI FIBRE CON LA DIETA NON E' CORRELATA AL RISCHIO DI SVILUPPARE CANCRO AL COLON-RETTO



DIETARY FIBER INTAKE AND RISK OF COLORECTAL CANCER
Park Y, Hunter DJ, Spiegelman D, et al.
JAMA 2005; 294:2849-2857.

Nel tentativo di comprendere la "complessa relazione" tra assunzione di fibre alimentari ed il rischio di cancro, una nuova metanalisi di studi di coorte prospettici, pubblicata di recente su Journal of the American Medical Association, ha mostrato che l'aggiunta di crusca alla dieta non riduce il rischio di cancro colorettale.
E' stata osservata un'associazione inversa statisticamente significativa tra intake di fibre e rischio di cancro in un modello aggiustato per età. Tuttavia, dopo correzione per altri fattori di rischio specifici, l'associazione complessiva risultava attenuata e non era più significativa.
Era stato precedentemente ipotizzato che le fibre alimentari riducessero il rischio di cancro o adenoma colorettale, sebbene i risultati di numerosi studi epidemiologici fossero inconsistenti. Anche i trial clinici randomizzati dei supplementi di fibra alimentare non hanno rivelato una riduzione dell'incidenza di adenoma colorettale. Ma proprio a causa di queste evidenze discordanti, gli autori hanno deciso di rianalizzare i dati primari di 13 studi di coorte prospettici.
L'analisi, nota come Pooling Project of Prospective Studies of Diet and Cancer, includeva 725.628 uomini e donne seguiti per un periodo compreso tra 6 e 20 anni. Durante questo tempo sono stati identificati 8081 casi di cancro colorettale. In questi studi, l'assunzione mediana di fibre con la dieta andava da 14 a 28 g al giorno negli uomini e da 13 a 24 g al giorno nelle donne. La sorgente principale di fibre non era la stessa nei diversi studi: i cereali erano i principali apportatori di fibre negli studi europei, mentre la frutta e la verdura lo erano negli studi del Nord America.
L'intake di fibre era associato ad una riduzione significativa del rischio del 16% nel quintile più alto rispetto al quintile più basso di quantità di fibre assunte. Tuttavia, dopo aggiustamento per fattori di rischio non dietetici, uso di multivitamine, intake totale di energia, di folati con la dieta, così come di carne rossa, latte e alcol, l'associazione perdeva la significatività statistica.
Malgrado queste evidenze negative, gli autori suggeriscono che altri benefici delle fibre (riduzione del rischio di altre condizioni croniche, quali le malattie cardiache ed il diabete) continuano a giustificarne il consumo.
Nell'editoriale che accompagna la pubblicazione, si puntualizza che una parte del problema relativo alla determinazione di una protezione esercitata dalla fibre sul rischio di cancro è rappresentato dall'eterogeneità delle fibre stesse. Il loro consumo è una variabile di stile di vita altamente confusa. Nello studio è stato evidenziato un aumento del rischio di cancro negli individui con un intake molto basso. Dopo aggiustamento per gli errori di misura, il rischio relativo di cancro per una assunzione inferiore ai 10 g/die vs una maggiore di 10 g/die aumentava da 1,22 a 2,16, suggerendo che il cancro colorettale sia una malattia da deficienza di fibre, tale che anche un intake relativamente modesto previene un rischio aumentato.
Recentemente è stato condotto uno studio di coorte su ampia scala (EPIC Study), non incluso in questa analisi, che ha evidenziato una riduzione di più del 40% del rischio di cancro al colon-retto negli individui nel quintile più alto di assunzione di fibre.