LA PREDIZIONE DEL RISCHIO LIFETIME DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI A 50 ANNI E' ASSOCIATO ALLA PRESENZA DEI SINGOLI FATTORI DI RISCHIO




PREDICTION OF LIFETIME RISK FOR CARDIOVASCULAR DISEASE BY RISK FACTOR BURDEN AT 50 YEARS OF AGE
Lloyd-Jones DM, Leip EP, Larson MG, et al.
Circulation 2006; 113:791-798


RIASSUNTO
CONTESTO Il rischio per tutta la durata della vita (lifetime) di incorrere in malattie aterosclerotiche cardiovascolari (CVD) non è stato precedentemente stimato e gli effetti dei fattori di rischio sul rischio lifetime è sconosciuto.
METODI E RISULTATI Sono stati inclusi tutti i partecipanti al Framingham Heart Study che non presentavano CVD (infarto miocardico, insufficienza coronarica, angina, ictus, claudicatio) a 50 di età. I rischi lifetime a 95 anni sono stati stimati per uomini e donne, con morte senza CVD come evento competitivo. Sono stati seguiti 3564 uomini e 4362 donne per 111,777 anni-persona; 1757 hanno avuto eventi CVD e 1641 sono morti non per CVD. A 50 anni, i rischi lifetime erano 51,7% (IC 95% 49,3-54,2) per gli uomini e 39,2% (37,0-41,4) per le donne, con sopravvivenze mediane rispettivamente di 30 e 36 anni. Con livelli maggiormente avversi dei fattori di rischio singoli, i rischi lifetime crescevano e le sopravvivenze mediane diminuivano. Confrontati con i partecipanti con >=2 fattori di rischio maggiori, quelli con livelli ottimali avevano rischi lifetime sostanzialmente più bassi (5,2% vs 68,9% negli uomini, 8,2% vs 50,2% nelle donne) e sopravvivenze mediane decisamente più lunghe (>39 vs 28 anni negli uomini, >39 vs 31 anni nelle donne).
CONCLUSIONI L'assenza di fattori di rischio noti a 50 anni di età è associata ad un rischio lifetime per CVD molto basso e ad una sopravvivenza marcatamente più lunga. Questi risultati dovrebbero promuovere gli sforzi mirati a prevenire lo sviluppo dei fattori di rischio nei giovani. Visti gli alti rischi lifetime ed la sopravvivenza più bassa nei soggetti con un carico di fattori di rischio intermedio o alto a 50 anni di età, questi dati possono essere utili nel comunicare il livello di rischio di CVD al paziente giovane e ad utilizzare quel numero per supportare una terapia preventiva intensiva con farmaci o con modificazione drastica dello stile di vita.

Attualmente i medici ed i cardiologi stimano il rischio di sviluppare eventi coronarici nei successivi 10 anni. Questo è utile se si vuole identificare le persone a rischio molto alto nel breve termine, ed è certamente chiaro che il trattamento di questi soggetti è utile e costo-efficace. Tuttavia, in aggiunta al rischio a breve termine, bisognerebbe andare oltre poichè la malattia che si presenterà fra 20 o 30 anni si sta già sviluppando.