DISPOSITIONAL
OPTIMISM AND THE RISK OF CARDIOVASCULAR DEATH: THE ZUTPHEN ELDERLY STUDY
Giltay EJ, Kamphuis MH, Kalmijn S, et al.
Arch Intern Med 2006; 166:431-436
RIASSUNTO
CONTESTO Un atteggiamento ottimistico, definito in termini di speranza
di vita e aspettative positive generali per il proprio futuro, può
essere connesso ad una mortalità cardiovascolare più bassa.
Lo scopo è stabilire se l'atteggiamento positivo sia una caratteristica
costante nel tempo o se invece sia indipendentemente legato ad una mortalità
cardiovascolare più bassa negli uomini anziani.
METODI In uno studio di coorte con un follow-up di 15 anni sono
stati inclusi 545 (61,4%) su 887 uomini, di età compresa tra 64
e 84 anni, che non avevano una malattia cardiovascolare preesistente o
un cancro e che avevano dati completi sui fattori di rischio cardiovascolari
e caratteristiche sociodemografiche. L'atteggiamento ottimistico è
stato valutato usando un questionario strutturato in 4 punti sootoposto
ai pazienti nel 1985, 1990, 1995 e 2000. Nei
modelli proporzionali di rischio di Cox venivano inclusi i primi due anni
di osservazione.
RISULTATI Gli score di ottimismo crescevano significativamente
nell'arco dei 15 anni, ma mostravano una stabilità temporanea (coefficienti
di attendibilità 0,72 nei 5 anni e 0,78 nei 15 anni; p<0,001).
Gli ottimisti nel 1985 avevano un hazard ratio per mortalità
cardiovascolare uguale a 0,45, aggiustato per i classici fattori di rischio
cardiovascolare (il più alto terzile vs il più basso
terzile; IC 95% 0,29-0,68). Il rischio di morte cardiovascolare era inversamente
associato all'incremento nei terzili di atteggiamento ottimistico (p<0,001
per il trend). Risultati simili sono stati ottenuti utilizzando i dati
del 1990 dopo aggiustamento aggiuntivo per la depressione (rilevato con
la scala di depressione Zung Self).
CONCLUSIONI L'atteggiamento ottimistico è relativamente
costante nell'arco di 15 anni e mostra un'associazione con il rischio
di morte cardiovascolare graduata e inversa.
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