UNO STUDIO DI COORTE HA ESAMINATO LA RELAZIONE TRA ETA' E CHD NEI SOGGETTI DIABETICI RISPETTO AI NON DIABETICI



RELATION BETWEEN AGE AND CARDIOVASCULAR DISEASE IN MEN AND WOMEN WITH DIABETES COMPARED WITH NON-DIABETIC PEOPLE: A POPULATION-BASED RETROSPECTIVE COHORT STUDY
Booth GL, Kapral MK, Fung K, et al.
Lancet 2006; 368:29-36

I dati riportati supportano le linee guida in uso, le quali raccomandano che gli sforzi per la riduzione del rischio in un paziente diabetico con meno di 40 anni siano specifici per ogni individuo.

RIASSUNTO
CONTESTO Si ritiene che adulti affetti da diabete abbiano un rischio di sviluppare patologie cardiovascolari 4 volte maggiore rispetto a soggetti sani. L'idea della correlazione tra diabete e malattie coronariche ha portato a notevoli cambiamenti nell'approccio alla riduzione del rischio cardiovascolare: negli ultimi anni l'aumentato numero di prove a favore di quest'ipotesi ha supportato l'uso di agenti cardioprotettivi in pazienti diabetici. Tuttavia, la relazione tra età e rischio cardiovascolare in soggetti con diabete non è stata completamente chiarita e si conosce ben poco a proposito del rischio assoluto di eventi in pazienti giovani. Lo scopo principale di questo studio era quello di individuare l'età alla quale i pazienti diabetici sviluppano un alto rischio di eventi cardiovascolari.
METODI E' stato condotto uno studio di coorte retrospettivo basato sulla popolazione, usando il Registered Persons Database per identificare tutti gli adulti con (n=379.003) e senza (n=9.018.082) diabete mellito residenti in Ontario, Canada, il 1 aprile 1994. I soggetti sono stati seguiti fino al 31 marzo 2000 e sono stati registrati gli eventi cardiovascolari. È stata esaminata la relazione tra l'età e l'incidenza di malattie coronariche (infarto miocardico acuto o morte per altre cause) e cardiovascolari (infarto miocardico acuto, ictus o morte per altre cause) a 6 anni, in riferimento al sesso e all'eventuale presenza di patologia diabetica. I tassi sono stati calcolati sulla base del numero di eventi per 1000 anni-persona.
RISULTATI In entrambe le popolazioni (diabetici e non), il tasso di incidenza di infarto miocardico acuto cresce con l'età. Il diabete risulta associato a patologie cardiovascolari precoci; uomini e donne malati sono in media più giovani di 14,6 anni rispetto a individui sani appartenenti alla stessa categoria di rischio. Se si considerano come end points l'infarto miocardico acuto, l'ictus e la morte per altre cause, uomini e donne diventano a rischio rispettivamente a 47,9 e 54,3 anni. Se si includono le rivascolarizzazioni aortica e coronarica, l'età è 41,3 e 47,7 anni. Negli uomini tra i 50 e i 65 anni, il tasso di eventi cardiovascolari per pazienti diabetici e quello per pazienti che hanno avuto un infarto miocardico recente sono quasi identici, mentre nei giovani il primo è considerevolmente più basso del secondo. I tassi aggiustati per età di infarto miocardico e la mortalità complessiva sono circa 2 o 4 volte più alti in soggetti malati rispetto agli individui non affetti da diabete o con infarto miocardico recente. Inoltre, le differenze nel rischio relativo al sesso sono fortemente ridotte, ma non eliminate, dalla presenza del diabete.
DISCUSSIONE Il diabete conferisce un rischio equivalente a un invecchiamento di 15 anni. Lo studio mostra che i diabetici "giovani" hanno tassi di patologie coronariche 12-40 volte più alti di quelli in persone non malate. Tuttavia, il tasso assoluto di eventi coronarici, o cardiovascolari in generale, sono più bassi in questo gruppo che in quelli convenzionalmente considerati ad alto rischio e in quelli nelle persone non diabetiche ma con precedenti patologie coronariche. I risultati di questo studio contrastano con la pratica attuale di considerare tutti gli adulti diabetici ad alto rischio di patologie cardiovascolari, indipendentemente dall'età. Ad ogni modo, i pazienti diabetici con meno di 40 anni non sembrano essere ad alto rischio. L'età deve essere comunque presa in considerazione nell'assegnazione dei diabetici alle categorie di rischio e le strategie di riduzione del rischio dovrebbero essere individualizzate in diabetici al di sotto dei 40 anni di età.
Alcuni limiti di questo studio devono essere sottolineati: la definizione di diabete richiede che il paziente abbia interagito col sistema sanitario ed esclude i pazienti con diabete asintomatico e non diagnosticato. Un secondo limite è l'impossibilità di distinguere l'uso di farmaci cardioprotettivi nei pazienti di tutte le età. Infine, non è stato possibile definire la durata della patologia e distinguere tra diabete di tipo 1 e di tipo 2.