TOBACCO
USE AND RISK OF MYOCARDIAL INFARCTION IN 52 COUNTRIES IN THE INTERHEART
STUDY: A CASE-CONTROL STUDY
Teo KK, Ounpuu S, Hawken S, et al. for INTERHEART Study Investigators
Lancet 2006; 368:647-58
Se continuerà a persistere il trend attuale, nel corso
del secolo presente moriranno circa 1 miliardo di persone per condizioni
correlate al fumo; una proporzione sostanziale di queste morti sarà
dovuta alle malattie cardiovascolari (CV).
Questo lavoro ha fornito una serie cospicua di nuovi dati, documentando
la relazione causale tra fumo e infarto del miocardio acuto in oltre 12.000
casi in tutto il mondo. Lo studio INTERHEART rappresenta un modello di
cooperazione internazionale e mostra una copertura globale unica e standardizzata
che ha permesso ai ricercatori di valutare un ampio range dei pattern
di utilizzo del tabacco. La incontestabile conclusione di questa massa
di dati è che l'esposizione al tabacco -sia esso sigaretta,
pipa, sigari, beedi, o da masticare; attivo o passivo; filtrato o non
filtrato; anche a bassi livelli- causa un'alta incidenza di IMA nelle
donne e uomini di tutto il mondo.
RIASSUNTO
CONTESTO L'uso del tabacco rappresenta una delle principali cause
evitabili di malattie cardiovascolari (CV).
Scopo di questo studio è la determinazione dei rischi associati
all'uso di tabacco (sia con che senza fumo) e all'esposizione passiva
al fumo (SHS) in tutto il mondo.
METODI E' stato condotto uno studio caso-controllo di infarto acuto
del miocardio (IMA) su 27.089 partecipanti in 52 Paesi (12.461 casi e
14.637 controlli). Sono state determinate le relazioni tra rischio di
IMA e stato attuale o pregresso di fumatore, tipo di tabacco, quantità
fumata, utilizzo di tabacco senza fumare ed esposizione SHS. I risultati
sono stati controllati per i confondenti potenziali, quali differenze
dello stile di vita tra fumatori e non fumatori.
RISULTATI Il fumo attuale era associato ad un maggiore rischio
di IMA non fatale (odds ratio [OR] 2,95; IC 95% 2,77-3,14; p<0,0001)
rispetto a non aver mai fumato; questo rischio aumentava del 5,6% per
ogni sigaretta in più fumata. L'OR associato al fumo pregresso
calava a 1,87 (IC 95% 1,55-2,24) entro 3 anni dalla cessazione.
Un eccesso residuo di rischio permaneva per 20 o più anni dopo
l'interruzione (1,22; 1,09-1,37). L'esclusione degli individui esposti
a SHS nel gruppo di quelli che non avevano mai fumato (gruppo di riferimento)
aumentava il rischio del 10% circa negli ex-fumatori. Il fumo delle sigarette
indiane beedi da solo era associato ad un aumento del rischio simile al
fumo di sigaretta normale. Il tabacco da masticare, da solo, era associato
ad un OR del 2,23 (1,41-3,52) ed i fumatori che masticavano anche tabacco
avevano un maggiore incremento del rischio (4,09; 2,98-5,61). L'SHS era
associato ad un aumento graduale del rischio correlato all'esposizione;
l'OR era 1,24 (1,71-1,32) negli individui che erano meno esposti (1-7
h a settimana) e 1,62 (1,45-1,81) in quelli maggiormente esposti (>21
h a settimana). I giovani uomini fumatori avevano il più alto rischio
attribuibile di popolazione (58,3%; IC 95% 55,0-61,6), mentre le donne
più anziane il più basso (6,2%, 4,1-9,2). Il rischio attribuibile
di popolazione per l'esposizione a SHS per più di 1 ora a settimana
nei non fumatori era del 15,4% (12,1-19,3).
CONCLUSIONI L'uso del tabacco è una delle più importanti
cause di IMA a livello mondiale, soprattutto negli uomini. Tutte le forme
di utilizzo, includendo i diversi tipi di fumo, di tabacco da masticare
e di inalazione di fumo passivo, dovrebbero essere scoraggiate per prevenire
le malattie cardiovascolari.
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