MORTALITY
IN PHARMACOLOGICALLY TREATED OLDER ADULTS WITH DIABETES: THE CARDIOVASCULAR
HEALTH STUDY 1989-2001
Kronmal RA, Barzilay JI, Smith NL, et al.
PLoS Med 2006; DOI: 10.1371/journal.pmed.0030400
HOW
IMPORTANT IS DIABETES AS A RISK FACTOR FOR CARDIOVASCULAR AND OTHER DISEASES
IN OLDER ADULTS?
Kengne AP and Patel A.
PloS Med 2006; DOI: 10.1371/journal.pmed.0030424
Un
nuovo studio osservazionale ha dimostrato che l'impatto negativo del diabete
sulla mortalità cardiovascolare persiste fino alla vecchiaia; infatti
gli anziani affetti da diabete hanno una probabilità di morire
doppia rispetto ai loro coetanei non diabetici.
Sono
stati condotti molti studi sulle conseguenze del diabete mellito nella
popolazione di mezza età e spesso i risultati sono stati corretti
solo per i fattori di rischio tradizionali. Usando i dati del Cardiovascular
Health Study (CHS), uno studio osservazionale longitudinale
su adulti di età pari o superiore ai 65 anni, è stata valutata
la mortalità negli anziani con diabete trattati con agenti ipoglicemizzanti
orali (OHGAs) e insulina, correggendo per covariate non tradizionali (come
infiammazione, malattia vascolare subclinica, e fattori psicosociali)
e tradizionali.
I 5372 partecipanti sono stati seguiti per 11 anni (1989-2001); 322 di
loro (5,5%) erano trattati con OHGAs e 194 (3,3%) erano trattati con insulina.
È stata registrata la mortalità totale, per CVD, CHD e non
CVD/ non cancro.
Incidenza e Hazard ratio per l'end point totale, CVD o non-CVD
in partecipanti del CHS categorizzati sulla base dello stato glicemico
al basale e del tipo di trattamento ipoglicemizante *
CAUSE
DI MORTE
|
Gruppi
|
Morti
(n)
|
Tasso
di incidenza per 100 anni-persona
|
Hazard
ratio
|
Complessive |
Non-DM |
2081
|
4,1
|
1,00
|
|
DM
OHGA |
168
|
6,6
|
1,33
|
|
DM
insulina |
10,3
|
2,8
|
2,04
|
CVD |
Non-DM |
807
|
1,6
|
1,00
|
|
DM
OHGA |
102
|
4,0
|
1,99
|
|
DM
insulina |
71
|
5,1
|
2,16
|
CHD |
Non-DM |
508
|
1,0
|
1,00
|
|
DM
OHGA |
76
|
3,1
|
2,47
|
|
DM
insulina |
51
|
3,7
|
2,75
|
Sepsi,
polmoniti o cause metaboliche o renali |
Non-DM |
161
|
0,3
|
1,00
|
|
DM
OHGA |
14
|
0,5
|
1,35
|
|
DM
insulina |
30
|
2,2
|
6,55
|
DM:
diabete mellito
*Dati specifici per le morti da ictus, non-CVD e tumori non sono riportati
in questa tabella.
Incluse le patologie aterosclerotiche coronariche, cerebrovascolari,
altre patologie cardiache su base aterosclerotica e altre patologie cardiovascolari.
Corretti per età, sesso e altre covariate
Per
le morti combinate CVD e CHD, i rischi di mortalità corretti erano
circa 2 o 2,5 volte più alti, rispettivamente, rispetto ai partecipanti
non affetti da diabete. Queste stime erano simili a quelle derivate da
studi su soggetti anziani diabetici svolti nel decennio precedente, aggiustate
solo per i fattori di rischio CVD tradizionali.
Si possono trarre due conclusioni. Primo, poste la riduzione del tasso
di mortalità CVD e CHD nella popolazione generale e la mancata
variazione del rischio relativo della mortalità associata a diabete,
ne consegue che gli anziani diabetici sperimentano la stessa riduzione
della mortalità CVD e CHD delle persone non diabetiche. Secondo,
l'ulteriore correzione per i fattori di rischio non tradizionali non modifica
la mortalità, risultato in qualche modo sconcertante, dato che
la malattia cardiovascolare subclinica è considerata un forte predittore
di patologia clinicamente manifesta.
Le donne diabetiche vs quelle non diabetiche avevano un rischio relativo
di mortalità totale maggiore rispetto agli uomini (2,28 vs 1,80).
Quando il rischio veniva caratterizzato per il tipo di trattamento, è
emerso che le donne che assumevano OHGA mostravano un rischio di mortalità
simile agli uomini, mentre quelle trattate con insulina avevano una mortalità
relativa molto più alta degli uomini, soprattutto in termini di
morte per cause renali o per infezioni. Di conseguenza, l'aumento della
mortalità complessiva nelle donne rispetto agli uomini con diabete
sembra dovuto alla terapia insulinica.
E' stato osservato che il rischio relativo di mortalità associato
al diabete, soprattutto quello dovuto a infezioni o cause renali, era
significativamente più grande tra gli individui trattati con insulina
rispetto a quelli che assumevano OHGA e che le donne diabetiche in terapia
con insulina avevano un rischio di morte particolarmente alto rispetto
alle donne non affette da diabete. Queste osservazioni sono interessanti
ma possono essere prese in considerazione solo per formulare delle ipotesi.
Sono in corso trial clinici, come ADVANCE e ACCORD, che
possono aiutare a fare ulteriore luce sulla questione. ACCORD sta
testando tre strategie complementari per il diabete di tipo 2 in più
di 10.000 pazienti. L'end point primario di ACCORD sarà
la prima occorrenza di un evento CVD maggiore, specificamente infarto
miocardico non fatale, ictus non fatale o morte cardiovascolare. Il trial
ADVANCE sta cercando di determinare l'effetto dell'abbassamento
della pressione sanguigna e della riduzione intensiva del glucosio sulla
patologia macrovascolare e microvascolare in 11.140 individui con un diabete
precoce di tipo 2.
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