DIETARY
PATTERNS AND CARDIOVASCULAR DISEASE MORTALITY IN JAPAN: A PROSPECTIVE
COHORT STUDY
Shimazu T, Kuriyama S, Hozawa A et al.
Int J Epidemiol, pubblicato on line il 22 febbraio 2007
La dieta tradizionale giapponese è stata associata ad un tasso
estremamente basso di malattie coronariche, ma anche ad un più
alto rischio di ictus, dovuto ad un elevato consumo di sale ed un ridotto
consumo di grassi animali e di proteine. Questo studio ha analizzato diversi
schemi dietetici in relazione alla mortalità CVD.
RIASSUNTO
CONTESTO Sebbene osservazioni ecologiche suggeriscano che la dieta
giapponese può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari,
l'impatto dello schema dietetico giapponese sulla mortalità CV
non è chiaro.
METODI E' stata valutata prospetticamente l'associazione tra schemi
dietetici nei giapponesi e mortalità CV. L'informazione dietetica
è stata raccolta da 40.547 uomini e donne giapponesi di età
compresa tra i 40 e i 79 anni senza storia di diabete, infarto miocardico
o cancro al basale nel 1994.
RISULTATI Durante i 7 anni di follow-up, 801 partecipanti sono
morti per cause CV. L'analisi fattoriale (componente principale), basata
su un questionario validato sulla frequenza di assunzione del cibo, ha
identificato tre schemi dietetici: (1) lo schema dietetico giapponese,
strettamente correlato a prodotti della soia, pesce, alghe marine, verdura,
frutta e the verde, (2) uno schema dietetico basato su cibo di origine
animale e (3) uno schema dietetico con elevato contenuto in latticini,
frutta e verdura e un basso consumo di alcool. Lo schema dietetico giapponese
era correlato ad un elevato apporto di sodio e ad un'alta prevalenza di
ipertensione. Dopo aggiustamento per potenziali confondenti, lo schema
dietetico giapponese era associato ad un basso rischio di mortalità
per CVD (hazard ratio del quartile più alto vs il più basso
0,73; IC 95% 0,59-0,90; p per il trend=0,003). La dieta basata su cibo
di origine animale era associata ad un aumento del rischio di CVD, a differenza
di quella a base di latticini.
CONCLUSIONE Lo schema dietetico giapponese era associato ad una
riduzione del rischio di mortalità CVD, nonostante la relazione
con l'apporto di sodio e l'ipertensione.
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