SINDROME METABOLICA E RISCHIO DI MORTE IMPROVVISA IN UOMINI ASINTOMATICI



CONTRIBUTION OF THE METABOLIC SYNDROME TO SUDDEN DEATH RISK IN ASYMPTOMATIC MEN: THE PARIS PROSPECTIVE STUDY I
Empana JP, Duciemetiere P, Balkau B, Jouven X
European Heart Journal, pubblicato on line l'11 Aprile 2007



Sulla base dei dati di mortalità ricavati dal Paris Prospective Study I, sono state riportate associazioni specifiche tra morte improvvisa per diabete di tipo 2 e livello di acidi grassi liberi, e una forte correlazione, anche se non specifica, con il diametro sagittale addominale, due fattori di rischio coinvolti nello sviluppo della sindrome metabolica.

RIASSUNTO
SCOPI Comparare il rischio di morte improvvisa e non improvvisa da infarto miocardico associata alla sindrome metabolica in uomini asintomatici.
METODI E RISULTATI E' stato indagato il tasso di mortalità in 6678 uomini di mezza età nell'ambito del Paris Prospective Study I, senza diagnosi di diabete o di malattie coronariche all'esame basale, nel corso di 21 anni di follow-up. Il diametro sagittale addominale è stato valutato in sostituzione dalla circonferenza vita, mentre il dato relativo al colesterolo HDL non era disponibile. La presenza di tre determinanti oppure la presenza di adiposità addominale associata ad almeno due determinanti definivano la sindrome metabolica secondo i criteri di NCEP-ATP III e IDF rispettivamente. La frequenza stimata di sindrome metabolica era del 14,4% e 16,7%, usando i criteri di NCEP-ATP III e IDF rispettivamente. La sindrome metabolica aumentava il rischio di morte improvvisa e non improvvisa del 68% (IC al 95% 1,05-2,70) e 38% (IC al 95% 0,95-2,01), rispettivamente, dopo aggiustamento per altri fattori di rischio CHD (p per il confronto degli hazard ratio 0,25). Gli hazard ratio usando i criteri IDF erano 2,02 (1,30-3,14) e 1,69 (1,20-2,38), rispettivamente (p=0,26).
CONCLUSIONE In uomini di mezza età in salute, la sindrome metabolica aumentava il rischio di morte improvvisa e, in minor misura, il rischio di morte non improvvisa in 21 anni, indipendentemente dai fattori di rischio CHD.