LONG-TERM
ASPIRIN USE AND MORTALITY IN WOMEN
Chan AT, Manson JE, Feskanich D et al.
Archives of Internal Medicine 2007; 167:562-572
Trial randomizzati hanno dimostrato un beneficio della terapia con aspirina
nella riduzione dell'incidenza di eventi cardiovascolari e polipi neoplastici;
tuttavia, rimane poco chiaro se la terapia con aspirina possa influenzare
significativamente il rischio di morte, soprattutto nelle donne.
RIASSUNTO
CONTESTO L'influenza dell'uso di aspirina a lungo termine sulla
mortalità totale nelle donne rimane incerta.
METODI E' stato condotto uno studio prospettico caso-controllo
innestato su una coorte di 79.439 donne arruolate nel Nurses' Health
Study (NHS) senza storia di patologie cardiovascolari o cancro.
Le donne fornivano dati sull'uso di medicinali ogni due anni, a partire
dal 1980. È stato valutato il rischio relativo (RR) di morte in
seguito all'uso di aspirina dopo diagnosi di malattia cardiovascolare
incidente o cancro e durante il periodo corrispondente per ogni controllo.
RISULTATI Durante 24 anni, sono stati documentati 9477 morti per
tutte le cause. Nelle donne che avevano riportato un uso corrente di aspirina,
l'RR multivariato di morte per tutte le cause era 0,75 (IC al 95% 0,71-0,81)
rispetto alle donne che non usavano regolarmente il farmaco. La riduzione
del rischio era più evidente per le morti dovute a malattia cardiovascolare
(RR 0,62; 0,55-0,71) che per morti da cancro (0,88; 0,81-0,96). L'uso
di aspirina per 1-5 anni era associato ad una riduzione significativa
della mortalità cardiovascolare (0,75; 0,61-0,92). Al contrario,
non è stata osservata una riduzione significativa del rischio di
morte per cancro fino a 10 anni dopo l'uso di aspirina (p per il trend
lineare=0,005). Il beneficio associato all'aspirina era limitato ad un
dosaggio basso o moderato ed era significativamente maggiore in partecipanti
anziane (p per l'interazione<0,001) e in quelle con più fattori
di rischio cardiaci (p per l'interazione=0,02).
CONCLUSIONI Nelle donne, basse o moderate dosi di aspirina sono
associate ad un rischio significativamente più basso di mortalità
per tutte le cause, in particolare in donne anziane o con fattori di rischio
cardiaci. Un beneficio significativo è evidente entro 5 anni per
quanto riguarda le patologie cardiovascolari, mentre un beneficio modesto
per il cancro non si manifesta prima di 10 anni dopo l'uso del farmaco.
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