THE
HYPERTRIGLYCERIDEMIC WAIST: A NEW CV RISK ASSESSMENT ALGORITHM?
The heart.org, pubblicato on-line il 22 ottobre 2007
La misurazione della circonferenza vita e dei livelli di trigliceridi
può identificare pazienti a rischio cardiovascolare altrimenti
non considerati: lo studio EPIC-Norfolk suggerisce che la "vita ipertrigliceridemica"
predice il rischio di CHD in maniera più efficace del Framingham
risk score.
La misurazione della circonferenza vita (waist circumference, WC)
e dei livelli di trigliceridi può identificare i pazienti a rischio
per CVD che altrimento non verrebbero considerati, afferma Jean-Pierre
Després. Parlando al Canadian Cardiovascular Congress 2007,
ha presentato i risultati principali dell'European Prospective Investigation
of Cancer (EPIC)-Norfolk study, che suggeriscono come
la "vita ipertrigliceridemica" (hypertriglyceridemic waist,
HTGW) sia un predittore di CHD più significativo del Framingham
risk score.
Sebbene la consapevolezza dei problemi che ruotano intorno alla diffusione
epidemica dell'obesità sia aumentata, i risultati contrastanti
degli studi epidemiologici creano confusione. Mentre alcuni ritengono
l'obesità responsabile dello sviluppo di CVD, altri non la considerano
un fattore di rischio CV indipendente dopo la correzione per ipertensione,
dislipidemia, diabete e fumo. Il problema consiste in una continua fiducia
nell'indice di massa corporea (IMC) come misura dell'obesità, nonostante
dati recenti mostrino come sia in realtà il grasso viscerale, specie
se localizzato a livello addominale, ad essere associato al gruppo di
fattori di rischio che caratterizzano la sindrome metabolica: insulino-resistenza,
alta trigliceridemia, bassi livelli di HDL, ipertensione ed elevata circonferenza
vita.
Sebbene recenti studi dimostrino la validità della misura di WC
come predittore del rischio, alcuni pazienti che presentano obesità
principalmente sottocutanea non hanno il medesimo rischio dei soggetti
con localizzazione viscerale dell'adiposità. Un'analisi dell'International
Day for the Evaluation of Abdominal Obesity (IDEA) Study,
pubblicata il 23 ottobre 2007 su Circulation, confronta pazienti
con grasso viscerale o sottocutaneo, ma con WC simile. Ne emerge l'assenza
di un cut off che possa definire un paziente come clinicamente obeso,
citando l'esempio di una grande obesa con un IMC di 55 kg/m2,
alti livelli di colesterolo HDL e bassi trigliceridi e con adiposità
sottocutanea.
Després suggerisce una possibile spiegazione: l'accumulo di grasso
addominale è un marker dell'incapacità del grasso sottocutaneo
di agire come filtro metabolico protettivo, portando alla deposizione
ectopica del grasso.
Un modo semplice per diagnosticare questo fenomeno è misurare sia
la circonferenza vita che la trigliceridemia. Alcuni studi effettuati
dopo il 2000 mostrano che uomini con WC >90 cm e trigliceridi >2,0
mmol/L hanno l'80% in più di probabilità di sviluppare sindrome
metabolica (WC >85 cm e trigliceridi >1,5 mmol/L nelle donne).
Anche se dai dati emerge la correlazione tra il valore di WC e il rischio,
il 75% dei medici stenta ad introdurne la valutazione nella pratica abituale.
Le linee guida NCEP ATP III sono utili per un primo screening, ma la misurazione
di WC e trigliceridi plasmatici può identificare il rischio residuo.
Il rischio è notevolmente più alto se al Framingham score
si aggiunge questa valutazione: ciò porterà allo sviluppo
di un nuovo algoritmo per il calcolo del rischio CV.
|