OBESITÀ CENTRALE E RISCHIO AUMENTATO DI DEMENZA PIÙ DI 30 ANNI DOPO



CENTRAL OBESITY AND INCREASED RISK OF DEMENTIA MORE THAN THREE DECADES LATER
Whitmer RA, Gustafson DR, Barrett-Connor E, et al.
Neurology. Pubblicato on line il 26 marzo 2008



Come per il diabete e le malattie cardiovascolari, l'obesità centrale è un fattore di rischio per la demenza: in questa coorte di adulti di mezza età, seguiti mediamente per 36 anni, l'obesità centrale era associata ad un aumento del rischio di demenza indipendentemente da caratteristiche demografiche, diabete, comorbidità cardiovascolari e IMC.


RIASSUNTO

CONTESTO E' noto da qualche tempo che una distribuzione centrale del grasso corporeo è correlata a numerosi rischi per la salute. La localizzazione addominale dell'adiposità, indicata come "obesità centrale", è un fattore di rischio, indipendente e più potente dell'obesità totale, per diabete di tipo 2, insulino-resistenza, coronaropatie, ictus e mortalità. Ciò può essere in parte attribuibile al ruolo del grasso intra-addominale nelle disfunzioni metaboliche. Recenti ricerche con base di popolazione mostrano che l'obesità contribuisce al deterioramento cognitivo. L'obesità, misurata dall'indice di massa corporea (IMC), soprattutto nella mezza età, aumenta il rischio di demenza, morbo di Alzheimer (AD) e modificazioni neurodegenerative. Tuttavia, rimane non noto se la distribuzione dell'adiposità giochi nel rischio di demenza un ruolo simile a quello occupato dalle malattie cardiovascolari e dal diabete.
Scopo di questo studio era determinare il ruolo dell'obesità centrale nella mezza età, misurata dal diametro sagittale addominale (SAD), sul rischio di sviluppare demenza valutato più di 30 anni dopo. Inoltre, si è voluto stabilire se l'effetto dell'obesità centrale sul rischio di demenza fosse indipendente dall'obesità totale, variasse per caratteristiche di peso e fosse differente da qualsiasi rischio associato all'obesità periferica (misurata dalla circonferenza della coscia).
METODI E' stata condotta un'analisi longitudinale su 6583 membri del Kaiser Permanente of Northern California che si erano sottoposti alla misurazione del SAD dal 1964 al 1973. Le diagnosi di demenza sono state raccolte dalle registrazioni mediche mediamente 36 anni dopo, dall'1 gennaio 1994 al 16 giugno 2006. Sono stati utilizzati modelli dei rischi proporzionali di Cox corretti per età, sesso, razza, educazione, stato civile, diabete, ipertensione, iperlipidemia, ictus, cardiopatia e utilizzo di risorse mediche.
RISULTATI In totale, a 1.049 participanti (15,9%) è stata diagnosticata demenza. Rispetto al quintile più basso di SAD, i soggetti nel quintile più alto avevano un rischio di demenza tre volte maggiore (hazard ratio [HR] 2,72; IC al 95% 2,33-3,33) e questo era solo lievemente attenuato dopo l'aggiunta dell'IMC al modello (HR 1,92; 1,58-2,35). I soggetti con SAD alto (>25 cm) e IMC normale (HR 18,5-24,9 kg/m2) avevano un rischio più alto (HR 1,89; 0,98-3,81) di quelli con SAD basso (<25 cm) e IMC normale, mentre gli individui obesi (BMI >30 kg/m2) e con SAD alto avevano il più alto rischio di demenza (HR 3,60; 2,85-4,55).
CONCLUSIONI L'obesità centrale nella mezza età aumenta il rischio di demenza, indipendentemente da diabete e da comorbidità cardiovascolari. Ci sono molti potenziali meccanismi biologici che possono spiegare questo risultato; il più ovvio prende in considerazione l'aumentato rischio di ictus, diabete e CVD, poiché queste condizioni aumentano il rischio di demenza e sono associate all'obesità. Tuttavia, aggiustamenti per l'esposizione a queste condizioni nella mezza età o in età più avanzata non attenuano l'effetto dell'adiposità centrale sul rischio di demenza. In conclusione, questi risultati contribuiscono alle evidenze che la localizzazione centrale dell'adiposità è particolarmente pericolosa, anche per soggetti non in sovrappeso, e che il cervello può costituire l'organo bersaglio di alcuni effetti dannosi dell'obesità centrale.