EXPOSURE TO PARTICULATE AIR POLLUTION AND RISK OF
DEEP VEIN THROMBOSIS Baccarelli A, Martinelli I, Zanobetti A, et al. Arch Intern Med 2008; 168:920-927 AIR POLLUTION: WHAT IS BAD FOR THE ARTERIES MIGHT BE BAD FOR THE VEINS (editorial) Brook RD Arch Intern Med 2008; 168:909-911 In questo studio caso-controllo, l'esposizione a concentrazioni crescenti di particolato atmosferico era associato ad un maggior rischio di trombosi venosa profonda, anche dopo controllo per covariate cliniche e ambientali; i livelli medi di PM10 erano anche correlati ad un tempo di protrombina più breve. RIASSUNTO CONTESTO L'esposizione al particolato atmosferico è stata associata ad un aumento della morbilità e della mortalità a breve e lungo termine di cardiopatie e ictus. L'ipercoagulabilità e la trombosi sono state indicate come uno dei meccanismi che mediano questo effetto, dal momento che livelli plasmatici più alti delle proteine della coagulazione, come il fattore VIII, il fattore di Von Willebrand e il fibrinogeno, sono stati messi in relazione all'esposizione. Recentemente, variazioni nella funzionalità della coagulazione che portavano ad una riduzione dei tempi di protrombina sono stati osservati in associazione ad alti livelli medi di inquinamento da PM10. Queste anomalie sono forti determinanti di trombosi venosa. Negli uomini non esistono evidenze disponibili riguardanti la relazione tra esposizione all'inquinamento atmosferico e la trombosi venosa profonda (deep vein thrombosis, DVT). In questo studio è stato indagata l'associazione tra l'esposizione a lungo termine ai PM10 ambientali e l'aumentato rischio di DVT in un'ampia indagine epidemiologica condotta in Lombardia. METODI E' stata esaminata l'associazione tra esposizione al particolato atmosferico <10 µm di diametro aerodinamico (PM10) e rischio di trombosi venosa profonda in 870 pazienti e 1210 controlli nella regione Lombardia in Italia, esaminati tra il 1995 e il 2005. È stata stimata l'esposizione ai PM10 nell'anno precedente alla diagnosi di DVT (casi) o alla visita (controlli) utilizzando i livelli medi area-specifici ottenuti dal monitoraggio ambientale. RISULTATI Livelli medi di PM10 più alti nell'anno precedente la visita erano associati ad un ridotto tempo di protrombina (PT) nei casi di DVT (coefficiente di regressione standardizzato [beta] -0,12; IC al 95% da -0,23 a 0,00) (p=0,04) e controlli (beta -0,06; da -0,11 a 0,00) (p=0,04). Ogni aumento di 10 µg/m3 in PM10 era associato ad un aumento del 70% del rischio di DVT (p<0,001) in modelli aggiustati per covariate cliniche e ambientali. La relazione esposizione-risposta era approssimativamente lineare nel range di PM10 osservato. L'associazione tra i livelli di PM10 e il rischio di DVT era più debole nelle donne (p=0,02 per l'interazione tra PM10 e sesso), soprattutto tra quelle che assumevano contraccettivi orali o la terapia ormonale (p=0,048 per l'interazione tra livelli di PM10 e l'uso di ormoni). Rischio relativo di DVT associato all'aumento di 10 µg/m3 nel PM10
CONCLUSIONI L'esposizione a lungo termine al particolato atmosferico è associata ad un'alterata coagulazione e al rischio di DVT. Altri fattori di rischio per DVT possono modulare l'effetto dell'inquinamento.
Nell'editoriale relativo, il Dr RD Brook afferma che ciò che sorprende nei risultati ottenuti non è l'associazione tra l'inquinamento atmosferico e la trombosi venosa, bensì l'entità del rischio. Dai dati emerge che il rischio di DVT può aumentare di almeno 10 volte per un aumento annuale dei livelli medi di PM10 di 50 µg/m3, circostanza non così improbabile. Per avere un riferimento concreto, questo è il limite di accettabilità della concentrazione annuale di PM10 negli Stati Uniti secondo i National Ambient Air Quality Standards (NAAQS) stabiliti dall'Environmental Protection Agency nel 1997 ed è una soglia che viene spesso superata nei centri urbani. In definitiva, il particolato nell'aria aumenta il rischio di DVT molto più dei tradizionali fattori di rischio, conclusione alquanto discutibile. Persino il fumo di sigaretta, che provoca l'esposizione quotidiana al particolato a livelli molto più alti dei giorni con le peggiori condizioni di inquinamento, è associato ad un aumento del rischio di DVT più modesto. Perciò, la spiegazione può risiedere nell'alta tossicità del particolato atmosferico oppure in una sovrastima del rischio nello studio. Tuttavia, anche alla luce di queste considerazioni, è importante tener conto dell'esistenza di un'associazione clinicamente sigificativa tra l'inquinamento ambientale e la trombosi venosa.
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