HEART RATE AND MORTALITY FROM CARDIOVASCULAR CAUSES: A 12 YEAR FOLLOW-UP
STUDY OF 379 843 MEN AND WOMEN AGED 40-45 YEARS Tverdal A, Hjellvik V, Selmer R Eur Heart J, pubblicato on line il 27 settembre 2008 Questo studio ha rilevato un'associazione positiva tra frequenza cardiaca e mortalità per cause CV e non CV, ma tale relazione veniva fortemente indebolita dall'aggiustamento per i principali fattori di rischio. RIASSUNTO CONTESTO Molti studi hanno suggerito che l'aumento della frequenza cardiaca costituisca un fattore di rischio per la mortalità CV e non CV. Questa relazione è stata analizzata focalizzando l'attenzione sul sesso e sull'età, ma i risultati non sono concordi. SCOPO Studiare la relazione tra frequenza cardiaca e mortalità per tutte le cause e per cause cardiovascolari in un'ampia coorte di uomini e donne norvegesi di mezza età. METODI E RISULTATI E' stato condotto uno studio prospettico su partecipanti a survey cardiovascolari, svoltesi nel periodo 1985-1999 e che coinvolgevano uomini e donne di 40-45 anni in tutte le regioni eccetto la capitale, Oslo. In totale, 180.353 uomini e 199.490 donne di 40-45 anni senza storia di patologia cardiovascolare o di diabete fornivano 4.775.683 anni di follow-up. C'era un'associazione positiva e graduale tra la frequenza cardiaca e la mortalità per tutte le cause, così come tra la frequenza cardiaca e la mortalità CV, per malattie ischemiche cardiache o per ictus. Tuttavia, queste associazioni erano di molto ridotte dopo aggiustamento per i principali fattori di rischio delle patologie. Gli hazard ratio per ogni morte diminuivano da 3,14 a 1,82 per gli uomini (IC al 95% 1,62-2,04) e da 2,14 a 1,37 per le donne (1,19-1,59), confrontando frequenze >=95 bpm con frequenza <65 bpm. L'analisi corrispondente per le CVD mostrava una riduzione da 4,79 a 1,51 per gli uomini (1,21-1,87) e da 2,68 a 0,78 per le donne (0,53-1,15). CONCLUSIONE In questa coorte di uomini e donne di mezza età, un'associazione grezza tra frequenza cardiaca e mortalità cardiovascolare era fortemente attenuata dall'aggiustamento per i principali fattori di rischio. Ciò suggerisce che un aumento della frequenza cardiaca nei soggetti di mezza età può essere un marker di alto rischio cardiovascolare, ma non un fattore di rischio indipendente. D'altra parte, c'era evidenza di un effetto della frequenza cardiaca sulla mortalità ischemica coronarica negli uomini, al di là dell'effetto dei principali fattori di rischio. Infine, l'associazione con la mortalità CV era più debole nelle donne che negli uomini; ciò può essere spiegato dalle varie associazioni con differenti end point cardiovascolari. Hazard ratio con IC al 95% stimati con la regressione a rischi proporzionali di Cox
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