DOES
OBESITY MODIFY THE EFFECT OF BLOOD PRESSURE ON THE RISK OF CARDIOVASCULAR
DISEASE? A POPULATION-BASED COHORT STUDY OF MORE THAN ONE MILLION SWEDISH
MEN Silventoinen K, Magnusson PK, Neovius M, et al. Circulation 2008; 118:1637-42 I risultati di questo studio non supportano l'ipotesi che la pressione sanguigna sia più fortemente associata al rischio di CVD nei soggetti magri piuttosto che in quelli obesi, come suggerito da molti studi precedenti. RIASSUNTO CONTESTO Alcuni studi hanno suggerito che l'aumento della pressione arteriosa abbia un effetto più rilevante sul rischio di malattie cardiovascolari nelle persone magre che non in soggetti obesi, sebbene i risultati degli studi non siano sempre concordanti. Questi risultati hanno portato all'ipotesi che l'ipertensione in soggetti magri ed obesi rappresenti due forme distinte del problema o che l'obesità possa modificare gli effetti fisiologici di elevati valori pressori. Sono peraltro in aumento le evidenze a favore del ruolo rilevante del tessuto muscolare nella regolazione del metabolismo umano, perciò anche una massa corporea magra potrebbe modulare gli effetti dell'ipertensione. Data l'incoerenza dei dati, si è voluto verificare tale ipotesi usando un set di informazioni raccolte in un'ampia coorte con base di popolazione. METODI E RISULTATI La pressione arteriosa (PA) sistolica e diastolica e l'indice di massa corporea (IMC) sono stati misurati in 1.145.758 giovani svedesi nati tra il 1951 e il 1976 (età media 18,2 anni). Durante il follow-up basato sulle registrazioni, durato fino alla fine del 2006, sono occorsi 65.611 nuovi eventi CV, inclusi 6799 infarti miocardici e 8827 ictus. Gli hazard ratio (HR) per l'incremento di 1 unità di deviazione standard nella PA sistolica e diastolica sono stati calcolati all'interno di ogni categoria di IMC (sottopeso, normali, sovrappeso ed obesi) con modelli di rischio proporzionali di Cox. Le associazioni più forti tra PA diastolica e CVD (HR 1,18), infarto miocardico (1,22) e ictus (1,13) sono state osservate nella categoria "obesi". Per la PA sistolica, le associazioni più forti sono state osservate nella categoria "obesi" per CVD (HR 1,16) e ictus (HR 1,29) e nella categoria "sovrappeso" per l'infarto miocardico (HR 1,19). Sono state riscontrate interazioni statisticamente significative (p<0,0001) con IMC per la PA diastolica in relazione alle CVD e per la PA sistolica in relazione a CVD e ictus. Le interazioni sono state aggiustate per forza muscolare e per livello di istruzione e posizione sociale dei soggetti stessi e dei loro genitori al fine di valutare l'influenza della massa corporea magra e di fattori socio-economici, ma non sono emerse evidenze in questo senso. CONCLUSIONI In contrasto con i risultati di studi precedenti, è stato osservato un generale aumento dell'entità dell'associazione tra pressione arteriosa e conseguenti patologie vascolari all'aumentare dell'indice di massa corporea. L'ipertensione non dovrebbe essere vista come un fattore di rischio meno serio dell'obesità in soggetti magro o normopeso. HR
per l'incidenza di CVD fatali o non fatali per IMC al basale e quartili
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