CONFRONTO
DEI TASSI DI EVENTI CARDIOVASCOLARI IN NUOVI UTILIZZATORI DI ATORVASTATINA
O SIMVASTATINA
Questo studio ha confrontato i tassi di eventi cardiovascolari e il rischio
CV in pazienti in prevenzione primaria e nuovi utilizzatori di atorvastatina
(Lipitor) di Pfizer con simvastatina (Zocor) di Merck & Co. nel contesto
del sistema di assistenza sanitaria americano, evidenziando una riduzione
del rischio di eventi cardiovascolari del 13% per i pazienti in cura con
il Lipitor. Complessivamente, sono stati analizzati circa 219.000 pazienti
tra i 18 e i 64 anni d'età nei primi 12 mesi di uso delle statine,
168.096 pazienti nel gruppo atorvastatina e 51.333 pazienti nel gruppo
simvastatina. I tassi non aggiustati di eventi CV erano più bassi
tra chi assumeva atorvastatina rispetto che non tra chi assumeva simvastatina
(hazard ratio 0,80; IC al 95% 0,75-0,84; p<0,001). Correggendo per
caratteristiche demografiche e cliniche, i pazienti in terapia con atorvastatina
mostravano una riduzione del 13% del rischio di eventi CV totali durante
l'intero periodo di follow-up rispetto ai pazienti in simvastatina (HR
0,87; 0,82-0,92; p<0,001).
[COMPARISON OF CARDIOVASCULAR EVENT RATES IN PATIENTS WITHOUT CARDIOVASCULAR
DISEASE IN WHOM ATORVASTATIN OR SIMVASTATIN WAS NEWLY INITIATED. Mayo
Clin Proc 2008; 83:1316-25]
ABSTRACT
IN INGLESE
PROTEINA
C-REATTIVA, STORIA FAMILIARE E PREDIZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE:
IL REYNOLDS RISK SCORE
La predizione del rischio cardiovascolare globale può essere significativamente
migliorata usando un modello predittivo che incorpori la proteina C-reattiva
e la storia familiare di malattie cardiovascolari: questi due parametri
sembrano essere indipendentemente associati agli eventi CV e sono stati
inclusi nell'algoritmo Reynolds Risk Score per le donne, ma mancano
in letteratura dati a sostegno della loro utilità nella predizione
del rischio negli uomini. Lo studio ha valutato la capacità predittiva
dell'aggiunta di livelli di PCR e presenza di un genitore con infarto
prima dei 60 anni ai fattori di rischio tradizionali in una coorte prospettica
di 10.724 uomini inizialmente sani. Considerando come end point gli eventi
CV, il Reynolds Risk Score per gli uomini risultava più
accurato nell'assegnazione dei pazienti alle categorie di rischio alto
o basso, confermando la validità dei due predittori già
osservata nella coorte femminile.
[C-REACTIVE PROTEIN AND PARENTAL HISTORY IMPROVE GLOBAL CARDIOVASCULAR
RISK PREDICTION: THE REYNOLDS RISK SCORE FOR MEN. Circulation 2008; 118;
2243-2251]
ABSTRACT
IN INGLESE
ALGORITMO
PER IDENTIFICARE I PAZIENTI A RISCHIO DI SVILUPPARE NEFROPATIA
Un nuovo, semplice algoritmo può aiutare ad identificare i soggetti
a rischio di nefropatia cronica (CKD) clinicamente significativa. La coorte
in studio di 14.155 uomini e donne di almeno 45 anni, con un tasso di
filtrazione glomerulare (GFR) maggiore di 60 mL/minuto/1,73 m2
al basale è stata combinata con due studi con base di comunità,
l'Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) Study
e il Cardiovascular Health Study (CHS). L'end point principale
era l'occorrenza di GFR minore di 60 mL/minuto/1,73 m2 durante
il follow-up, durato fino a 9 anni. I ricercatori hanno derivato 3 algoritmi
e ne hanno valutato le capacità predittive. Hanno così osservato
che un algoritmo semplice, basato sulla presenza di 3 determinanti tra
età, anemia, sesso femminile, ipertensione, diabete mellito, patologia
vascolare periferica e storia di insufficienza cardiaca o CVD era in grado
di predire circa il 70% dei casi incidenti di CKD.
[A SIMPLE ALGORITHM TO PREDICT INCIDENT KIDNEY DISEASE. Arch Intern
Med 2008; 168:2466-2473]
ABSTRACT
IN INGLESE
EPIDEMIOLOGIA
E FATTORI DI RISCHIO DI EVENTI CV IN PAZIENTI DIABETICI
Un nuovo studio ha identificato alcuni fattori di rischio per eventi CV
ricorrenti nei pazienti diabetici di tipo 2. Scopo dell'indagine era determinare
l'incidenza e valutare i fattori di rischio per CVD ricorrenti in soggetti
diabetici, di età compresa tra 40 e 97 anni, osservato nel contesto
di una rete di cliniche di diabetologia. I ricercatori hanno condotto
due analisi separate: una su 2788 pazienti con CVD all'arruolamento (coorte
A) e una su 844 pazienti con primo episodio di CVD durante l'osservazione
(coorte B). L'incidenza corretta per età di evento ricorrente durante
il follow-up (per 1000 anni persona) nella coorte A era 72,7 (IC al 95%
58,3-87,1) negli uomini e 32,5 (21,2-43,7) nelle donne. Nella coorte B,
era 40,1 (17,4-62,9) negli uomini e 22,4 (12,9-32,0) nelle donne. Nella
coorte A, sesso maschile, età avanzata e uso di insulina erano
predittori indipendenti del rischio; nella coorte B, livelli serici di
trigliceridi di almeno 1,69 mmol/L costituivano l'unico fattore prognostico.
Un precedente episodio di CVD, specie di infarto miocardico, era di gran
lunga il predittore più forte in entrambe le coorti.
[RECURRENCE OF CARDIOVASCULAR EVENTS IN PATIENTS WITH TYPE 2 DIABETES:
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS. Diabetes Care 2008; 31:2154-2159]
ABSTRACT
IN INGLESE
ARTRITE
REUMATOIDE E RISCHIO DI MORTE CARDIOVASCOLARE
Una nuova metanalisi ha mostrato che i pazienti con artrite reumatoide
(AR) hanno il 50% di rischio in più di morte per CVD della popolazione
generale e che il miglioramento nella mortalità CV osservato nel
tempo non si rifletteva nei pazienti con AR. Questa metanalisi ha raccolto
24 studi osservazionali condotti entro luglio 2005, arruolando complessivamente
111.758 pazienti, con 22.927 eventi cardiovascolari. Complessivamente,
il rischio di morte per CVD era superiore del 50% nei soggetti affetti
da AR e, considerando la mortalità causa-specifica, i pazienti
con AR avevano il 59% e il 52% di rischio in più di morire per
cardiopatie ischemiche e per ictus, rispettivamente.
[RISK OF CARDIOVASCULAR MORTALITY IN PATIENTS WITH RHEUMATOID ARTHRITIS:
A META-ANALYSIS OF OBSERVATIONAL STUDIES. Arthritis Rheum 2008; 59:1690-7]
ABSTRACT
IN INGLESE
CONSUMO
DI ALCOL E RISCHIO DI FIBRILLAZIONE ATRIALE NELLE DONNE
L'assunzione di due o più drink al giorno è associato ad
un piccolo ma statisticamente significativo aumento del rischio di fibrillazione
atriale tra le donne di mezza età, come osservato nel Women's
Health Study. Per contro, il rischio nelle donne che bevono più
moderatamente è simile a quello delle donne che non assumono alcol.
I ricercatori hanno valutato prospetticamente l'incidenza di fibrillazione
atriale per consumo di alcol in 34.715 donne inizialmente sane. L'occorrenza
della patologia aumentava al crescere del consumo di alcol in maniera
non lineare, in 294 di 15.370 (1,9%), 284 di 15.758 (1,8%), 35 di 2228
(1,6%) e 40 di 1359 (2,9%) donne che non bevevano, che bevevano un drink
al giorno, 1-2 drink al giorno e più di 2 drink al giorno, rispettivamente.
Le corrispondenti incidenze di fibrillazione atriale erano 1,59, 1,55,
1,27 e 2,25 eventi per 1000 anni persona di follow-up. L'aumento del rischio
assoluto tra le donne che consumavano più di due drink al giorno
era 0,66 eventi per 1000 anni-persona.
[ALCOHOL CONSUMPTION AND RISK OF INCIDENT ATRIAL FIBRILLATION IN
WOMEN. JAMA 2008; 300:2489-96]
ABSTRACT
IN INGLESE
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