TREND DI INCIDENZA DI INFARTO MIOCARDICO E FATALITÀ



LONG-TERM TRENDS IN MYOCARDIAL INFARCTION INCIDENCE AND CASE FATALITY IN THE NATIONAL HEART, LUNG, AND BLOOD INSTITUTE'S FRAMINGHAM HEART STUDY
Parikh NI, Gona P, Larson MG, et al.
Circulation 2009; 119:1203-10


Nelle ultime quattro decadi, in Usa, la prevenzione dell'infarto miocardico acuto è migliorata, così come si è ridotta la mortalità cardiaca, eppure i tassi di ospedalizzazione restano stabili. Alcune possibili spiegazioni di questo apparente paradosso vengono da un rapporto basato sui dati dello studio Framingham.

RIASSUNTO
CONTESTO Mentre la prevalenza dei fattori di rischio per la malattia coronarica si è ridotta negli ultimi decenni negli Stati Uniti, i tassi di infarto miocardico acuto (IMA) sono rimasti stabili. Si è ipotizzato che questo paradosso sia in parte dovuto all'avvento di biomarker sempre più sensibili per la diagnosi di IMA.
METODI E RISULTATI Nei partecipanti del Framingham Heart Study nell'arco di 40 anni sono stati confrontati l'incidenza e i tassi di sopravvivenza ad un primo IMA diagnosticato solo con elettrocardiogramma (IMA-ECG) o solo sulla base dei biomarker di infarto (IMA-Marker). È stata utilizzata la regressione di Poisson per calcolare i tassi annuali di incidenza di primo IMA in quattro decenni (1960-1969, 1970-1979, 1980-1989 e 1990-1999) e sono stati confrontati i tassi di IMA-ECG con quelli di IMA-Marker. È stata effettuata un'analisi a rischi proporzionali di Cox per confrontare la fatalità di IMA nelle 4 decadi. Nel 9824 persone (54% donne; follow-up 212.539 anni-persona; età tra 40 e 89 anni), si sono verificati 941 eventi, inclusi 639 IMA-ECG e 302 IMA-Marker. Dal 1960 al 1999 i tassi di IMA-ECG sono diminuiti di circa il 50% e quelli di IMA-Marker sono circa raddoppiati. I tassi non aggiustati di fatalità nei periodi 1960-1969 e 1990-1999 erano 0,20 e 0,14 a 30 giorni, 0,24 e 0,21 ad 1 anno e 0,45 e 0,41 a 5 anni. La fatalità per IMA a 30 giorni, 1 anno e 5 anni, aggiustata per età e sesso, era ridotta del 60% nel periodo 1960-1999 (p per il trend <0,001), con decrementi paralleli osservati per IMA-ECG e IMA-Marker.
CONCLUSIONI Negli ultimi 40 anni i tassi di IMA-ECG si sono ridotti del 50%, mentre quelli di IMA-Marker sono raddoppiati. Questi risultati offrono una spiegazione per l'apparente stabilità dei tassi nazionali di infarto miocardico acuto, a fronte dei miglioramenti nella prevenzione primaria. Si fa notare inoltre che questo studio, come altri precedenti, evidenzia una riduzione della mortalità cardiaca pari al 40-50% negli Usa dal 1968 al 2000 e una diminuzione del 50% dell'incidenza di IMA quando quest'ultimo è diagnosticato mediante ECG: questi dati, secondo gli autori del rapporto, implicano che gli sforzi compiuti in prevenzione primaria hanno influenzato l'incidenza stessa dell'IMA; il fatto che tale valore nei pazienti ospedalizzati non sia diminuito in modo analogo viene fatto risalire alla maggiore sensibilità dei biomarker.