RIASSUNTO
OBIETTIVO Il contributo dei lipidi al rischio di ictus rimane incerto;
scarsa attenzione è stata dedicata all'effetto dei livelli di trigliceridi,
un fattore di rischio emergente.
METODI Sono state condotte due ricerche sistematiche,
utilizzando la banca dati PubMed,
di studi epidemiologici che hanno esaminato l'associazione
tra livelli di trigliceridi e ictus o ispessimento dell'intima-media carotidea
(IMT).
RISULTATI Sono stati identificati 31 studi sulla relazione tra
trigliceridemia e rischio di ictus e 38 su quella tra trigliceridemia
e IMT. Sebbene i disegni degli studi fossero ampiamente variabili, 9 dei
17 studi di coorte prospettici (n=140.788) e 6 dei 14 studi caso-controllo
(n=3458 casi e 4089 controlli) supportavano un'associazione positiva tra
elevati livelli di trigliceridi e aumento del rischio di ictus. La combinazione
di tutti i dati disponibili dagli studi prospettici (n=9) ha prodotto
un rischio relativo aggregato di outcome principali relativi all'ictus
pari a 1,10 per ogni aumento di 1 deviazione standard (IC al 95% 1,07-1,13),
senza evidenze di eterogeneità. Uno studio prospettico e uno studio
caso-controllo riportavano una relazione negativa con l'ictus emorragico.
Dei 38 studi sull'IMT (n=43.161), 11 riportavano una correlazione significativa
tra IMT e trigliceridemia, di cui 3 non erano aggiustati e uno mostrava
una correlazione inversa. Tutti e tre gli studi con analisi longitudinale,
due dei quali limitati a campioni femminili, riportavano un'associazione
positiva tra i livelli di trigliceridi al basale e la progressione di
IMT.
CONCLUSIONI Il peso dell'evidenza in studi di coorte prospettica
sostiene l'ipotesi di un'associazione positiva tra livelli di trigliceridi
e ictus e supporta la considerazione della terapia di riduzione dei trigliceridi
nella prevenzione dell'ictus. Tuttavia, le review mostra la necessità
di ulteriori ampi studi prospettici, specie per quanto riguarda i sottotipi
di ictus, per stabilire l'effetto dannoso indipendente
dei trigliceridi sul rischio di ictus.
La trigliceridemia, rilevata in età infantile, ha anche mostrato
di essere un fattore predittivo indipendente di malattie cardiovascolari
in età adulta. Secondo uno studio presentato presso l'American
College of Cardiology 2009 Scientific Sessions, bambini con elevati livelli
di trigliceridi hanno un alto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari
nel quarto e quinto decennio di vita. Tra il 1973 e il 1976 alcuni ricercatori
hanno valutato l'indice di massa corporea e il profilo lipidico di 1756
ragazzi tra 9 e 16 anni nel distretto scolastico di Princeton, Cincinnati;
tra il 1998 e il 2003 sono stati richiamati 808 partecipanti dalla coorte
originale per la valutazione degli eventi cardiovascolari. Rispetto a
chi non aveva sviluppato CVD, i 19 soggetti con malattie cardiovascolari
avevano più alti livelli medi di trigliceridi nell'infanzia (127
vs 76 mg/dL; p<0,0001). sette di questi soggetti avevano una trigliceridemia
nell'infanzia che superava il 95° percentile di 153 mg/dL, e sei tra
questi avevano livelli di trigliceridi in età adulta superiori
a 150 mg/dL.
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