SELEZIONE DELLA LETTERATURA



TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA E SALUTE CARDIOVASCOLARE
Un nuovo studio nella popolazione generale americana ha mostrato che il notevole calo nell'uso della terapia ormonale sostitutiva (TOS) nel triennio 2002-2004, a seguito della pubblicazione dei risultati del trial WHI nel 2002 che mostravano un aumento del rischio di patologie cardiovascolari con la TOS, era associato a una riduzione significativa dell'incidenza di infarto miocardico tra le donne, mentre erano invariati i tassi di ictus. Lo studio è stato condotto in donne tra 40 e 79 anni, usando i registri di morte e i dati di ospedalizzazione del Healthcare Cost and Utilization Project's Nationwide Inpatient Sample. Il minor utilizzo di TOS non era associato a cambiamenti nei tassi di morte e di ospedalizzazione per ictus, mentre era significativamente associato a 25 casi di infarto miocardico in meno ogni 10.000 anni-persona.
[HORMONE REPLACEMENT THERAPY AND CARDIOVASCULAR HEALTH IN THE UNITED STATES. Med Care 2009; 47:600-606]

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IMPATTO DEL FUMO SU MORBILITÀ E MORTALITÀ CV
I risultati di uno studio norvegese durato 30 anni hanno mostrato l'impatto sostanziale del fumo sulla morbilità e sulla mortalità cardiovascolari: gli uomini che fumano molto hanno il doppio delle probabilità di essere colpiti da ictus, infarto miocardico o diabete, rispetto a chi non ha mai fumato. I dati mostrano l'associazione cumulativa a lungo termine tra fumo, morte e rischio CV; circa i due terzi degli uomini di mezza età che fumano più di 20 sigarette al giorno (heavy smokers) e metà delle donne andranno incontro a morte o a un evento CV nei prossimi 30 anni. la ricerca, riportata all'EuroPRevent meeting in Stoccolma, Svezia, includeva i dati di 54.075 norvegesi tra 35 e 49 anni. Il 18% degli uomini non fumatori sono morti nei 3 anni di follow-up, rispetto al 45% degli heavy smokers (rischio relativo 2,3). Per le donne, le percentuali erano, rispettivamente, 13% e 33% (rischio relativo 2,7).
[SMOKING IMPACT 'TREMENDOUS' ON CARDIOVASCULAR MORBIDITY, MORTALITY. EuroPRevent 2009; Stockholm, Sweden: 6-9 May 2009]

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ESTRADIOLO CIRCOLANTE E MORTALITÀ IN UOMINI CON INSUFFICIENZA CARDIACA
Livelli bassi o alti di estradiolo, rispetto a medie concentrazioni, sono significativamente e indipendentemente associati all'aumento della mortalità per tutte le cause in uomini con insufficienza cardiaca sistolica cronica. Il significato di questa correlazione non è ben chiaro, ma lo studio suggerisce che le associazioni rispettivamente di alte e basse concentrazioni hanno caratteristiche cliniche differenti, suggerendo che il meccanismo sottostante possa essere diverso. L'analisi ha seguito prospetticamente 501 uomini con insufficienza cardiaca stabile. Stratificando per quintili di concentrazioni di estradiolo e considerando il quintile centrale come gruppo di riferimento, gli hazard ratio di mortalità erano più alti nei quintili 1 (4,17; IC al 95% 2,33-7,45) e 5 (2,33; 1,30-4,18). Questi due gruppi avevano diverse caratteristiche (quintile 1: aumentato testosterone serico totale, funzionalità renale compromessa e ridotta massa grassa totale; quintile 5: bilirubina serica ed enzimi epatici aumentati, sodio serico ridotto).
[CIRCULATING ESTRADIOL AND MORTALITY IN MEN WITH SYSTOLIC CHRONIC HEART FAILURE. JAMA 2009; 301:1892-1901]
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FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLO STILE DI VITA E SVILUPPO DI DIABETE MELLITO NEGLI ANZIANI
Anche tra gli anziani uno stile di vita salutare, con attività fisica, sane abitudini dietetiche, interruzione del fumo e moderato consumo di alcool, è associato ad una significativa riduzione dell'incidenza di diabete mellito di nuova insorgenza. I ricercatori hanno mostrato che l'80% dei nuovi casi di diabete sono attribuibili a questi fattori di rischio. In questa analisi dal Cardiovascular Health Study sono stati studiati in periodo di 10 anni 4883 uomini e donne di almeno 65 anni. durante 34.539 anni-persona si sono osservati 337 nuovi casi di diabete. complessivamente, il tasso di incidenza della patologia era più basso del 35% per ogni passaggio di un fattore nella categoria a basso rischio; per i soggetti che mostravano tutti i fattori considerati nelle categorie a basso rischio, l'incidenza era inferiore dell'82%. I risultati supportano la necessità di enfatizzare le misure correttive dello stile di vita anche tra soggetti anziani.
[LIFESTYLE RISK FACTORS AND NEW-ONSET DIABETES MELLITUS IN OLDER ADULTS: THE CARDIOVASCULAR HEALTH STUDY. Arch Intern Med 2009; 169:798-807]
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