RIASSUNTO
SCOPO Indagare l'associazione tra i tiazolidinedioni (TZD), rosiglitazone
e pioglitazone, complessivamente e singolarmente, e la mortalità
per tutte le cause, usando un'analisi aggiornata nel tempo e corretta
per propensity score.
METODI È stato condotto uno studio di coorte retrospettivo
in un ampio sistema sanitario integrato verticalmente nel Michigan sud-orientale.
I criteri di inclusione nella coorte comprendevano pazienti adulti diabetici
trattati con ipoglicemizzanti orali e seguiti longitudinalemtente all'interno
del sistema sanitario tra l'1 gennaio 2000 e l'1 dicembre 2006. L'end
point primario era l'infarto miocardico acuto (IMA) fatale e non fatale.
Gli end point secondari includevano ospedalizzazione per insufficienza
cardiaca congestizia (CHF), eventi cerebrovascolari (CBV) fatali e non
fatali e attacchi ischemici transienti (TIA), eventi coronarici (CHD)
combinati e mortalità per tutte le cause.
RISULTATI Sono stati inclusi nello studio 19.171 pazienti. L'uso
di TZD (hazard ratio [HR] aggiustato per propensity score
0,92; IC al 95% 0,73-1,17), rosiglitazone (HR 1,06; 0,66-1,70) e pioglitazone
(HR 0,91; 0,69-1,21) non era associato ad un maggior rischio di IMA. Tuttavia,
l'uso di pioglitazone era associato ad una riduzione della mortalità
per tutte le cause (HR 0,60; 0,42-0,96). Confrontato con rosiglitazone,
l'uso di pioglitazione era associato ad un minor rischio di tutti gli
end point valutati, soprattutto CHF (p=0,013) e CHD combinati (p=0,048).
CONCLUSIONI Questi risultati suggeriscono che pioglitazone possa
avere un profilo di rischio più favorevole rispetto a rosiglitazone,
contrastando l'ipotesi di un effetto di classe dei TZD sugli outcome cardiovascolari.
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