Due studi condotti nella medesima coorte indicano nella non aderenza alla terapia con statine un fattore di rischio per le malattie cerebrovascolari e coronariche, che impedisce al farmaco di esercitare il suo ruolo protettivo. |
EFFECT
OF STATIN ADHERENCE ON CEREBROVASCULAR DISEASE IN PRIMARY PREVENTION Perreault S, Ellia L, Dragomir A, et al. Am J Med 2009; 122:647-655 RIASSUNTO CONTESTO Evidenze da alcune metanalisi mostrano che la terapia con statine riduce la mortalità per tutte le cause e gli ictus non emorragici. La non aderenza alla terapia può limitare questo effetto protettivo. L'associazione tra l'aderenza al trattamento con statine e l'incidenza di malattie cerebrovascolari resta inesplorata al di fuori del contesto dei trial clinici. OBIETTIVO Valutare l'impatto dell'aderenza alle statine sull'occorrenza di malattie cerebrovascolari nel contesto clinico quotidiano. METODI Una coorte di 112.092 è stata ricostruita usando i database del Régie d'assurance maladie du Québec and Med-Echo, contenenti informazioni su tre tipi di dati correlati alla salute, quali caratteristiche demografiche, dati medici e registrazioni delle prescrizioni. Il Med-Echo database contiene i dati sulle ospedalizzazioni in dipartimenti d'emergenza e di terapia intensiva dei residenti in Quebec. Tutti i pazienti senza patologie cardiovascolari, di età compresa tra 45 e 85 anni e nuovi utilizzatori di statine tra il 1999 e il 2004 erano arruolabili. È stato usato un disegno caso-controllo innestato per studiare l'occorrenza di patologie cerebrovascolari. Il livello di aderenza è stato riportato come medication possession ratio (MPR, percentuale dei giorni di esposizione alle statine sul periodo prescrittivo). Sono stati usati modelli di regressione logistica condizionata per stimare il rischio relativo di malattie cerebrovascolari, aggiustando per diverse covariabili. RISULTATI L'età media dei pazienti era di 63 anni; il 41% era di sesso maschile, il 49% era iperteso, il 21% diabetico. La non aderenza era prevalente, poiché solo il 55% dei pazienti era esposto per almeno l'80% del periodo prescrittivo al farmaco. Non sono state osservate differenze rilevanti, definite come più del 5%, tra i gruppi, con l'eccezione di sesso, ipertensione e diabete. Alti livelli di aderenza alle statine erano associati ad una riduzione del rischio di malattie cerebrovascolari (RR 0,74; IC al 95% 0,65-0,84). CONCLUSIONI Questo studio mostra un livello di aderenza alla terapia con statine relativamente basso, ma, dato più importante, che l'aderenza è associata a una riduzione del rischio di malattie cerebrovascolari. L'aderenza al trattamento con statine deve essere migliorata, in modo che i pazienti possano beneficiare appieno degli effetti protettivi di questa terapia. Rischi relativi (IC al 95%) di malattie cerebrovascolari
Perreault S, Dragomir A, Blais L, et al. Eur J Clin Pharmacol, pubblicato on line il 16 giugno 2009 RIASSUNTO CONTESTO Le statine riducono morbilità e mortalità cardiovascolare dopo una terapia continuativa. Alcuni studi hanno mostrato che meno del 50% dei pazienti assume almeno l'80% delle dosi prescritte ad un anno dall'inizio del trattamento. OBIETTIVO Valutare l'impatto dell'aderenza alle statine sull'incidenza delle malattie coronariche (CAD). METODI (Vedi abstract precedente) RISULTATI L'età media dei pazienti era di 63 anni; il 41% era di sesso maschile, il 49% era iperteso, il 21% diabetico. La percentuale di pazienti con un alto livello di aderenza alle statine (>=80%) era pari al 74% durante il primo anno e al 53% dopo un anno di follow-up. Alti livelli di aderenza erano associati ad una riduzione del rischio del 18% (rischio relativo 0,82; IC al 95% 0,77-0,87), rispetto a livelli di aderenza inferiori al 20%. Sviluppare una patologia coronarica durante il follow-up, essere maschio, avere una diagnosi di ipertensione o di diabete aumentavano il rischio di CAD. CONCLUSIONE Questo studio mostra che una miglior aderenza è associata a una riduzione significativa del rischio di CAD. L'aderenza al trattamento con statine deve essere migliorata, in modo che i pazienti possano beneficiare appieno degli effetti protettivi di questa terapia. Rischi relativi (IC al 95%) di malattie cerebrovascolari
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