ASPIRINA E MORTALITÀ IN PAZIENTI DIABETICI CON CVD



ASPIRIN INCREASES MORTALITY IN DIABETIC PATIENTS WITHOUT CARDIOVASCULAR DISEASE: A SWEDISH RECORD LINKAGE STUDY
Welin L, Wilhelmsen L, Björnberg A, Odén A
Pharmacoepidemiol Drug Saf, pubblicato on line il 11 agosto 2009


L'aspirina assunta come terapia antipiastrinica aumenta la mortalità in pazienti con diabete di tipo 2 senza storia di malattie cardiovascolari.

RIASSUNTO
SCOPO L'aspirina è efficace nella prevenzione secondaria della patologie cardiovascolari. Il risultato è meno convincente quando il farmaco viene utilizzato in prevenzione primaria in pazienti ad alto rischio (ad esempio, pazienti diabetici). I ricercatori hanno analizzato l'effetto di aspirina su mortalità e sanguinamento grave in pazienti diabetici con o senza patologie cardiovascolari.
METODI E' stato condotto uno studio di record linkage in pazienti di una regione della Svezia sud-occidentale, utilizzando il registro di mortalità svedese e quello relativo alla dispensazione dei farmaci. Tutti i pazienti diabetici (n=58.465) dall'1 luglio 2005 al 30 giugno 2006 sono stati seguiti per registrare episodi emorragici fino al 31 ottobre 2006 e per la mortalità fino al 31 dicembre 2006.
RISULTATI Valutando 19 fattori confondenti (malattie e interventi), aspirina aumentava significativamente la mortalità nei pazienti diabetici senza CVD dal 17% (IC al 95% 1-36) a 50 anni al 29% (16-43) a 85 anni. Al contrario, il farmaco tendeva a diminuire la mortalità in pazienti diabetici anziani con CVD. Calcoli teorici indicano che aspirina ha causato un eccesso di 107 morti nei diabetici senza CVD e ha prevenuto 164 decessi nei diabetici con CVD. Inoltre, aspirina aumentava il rischio di grave sanguinamento del 46% (22-75) nei diabetici senza CVD, ma lo diminuiva nei soggetti diabetici con CVD.