VARIAZIONE DELL'INCIDENZA DI FRATTURE DOPO L'INIZIO DELLA TERAPIA CON BIFOSFONATI: NUOVI DATI DI EFFICACIA DA UN STUDIO OSSERVAZIONALE



LONGITUDINAL CHANGE IN CLINICAL FRACTURE INCIDENCE AFTER INITIATION OF BISPHOSPHONATES
Abelson A, Ringe JD, Gold DT, et al.
Osteoporos Int, pubblicato on line l'1 settembre 2009


La riduzione dell'incidenza di fratture osservata in ognuna delle coorti mostra come questi risultati di pratica clinica reale dei bifosfonati confermino i dati dei rispettivi studi clinici randomizzati controllati verso placebo.

RIASSUNTO
INTRODUZIONE Ci sono differenze nel profilo di rischio per pazienti a cui è prescritto alendronato, risedronato o ibandronato. Le riduzioni osservate nell'incidenza di fratture nel tempo suggeriscono che l'efficacia di ciascun bifosfonato nella pratica clinica sia coerente con quanto dimostrato nei trial controllati randomizzati. Gli studi osservazionali sull'efficacia dei bifosfonati per la prevenzione delle fratture possono essere soggetti a bias per la mancata conoscenza del rischio fratturativo dei pazienti al basale. L'incidenza di fratture nel periodo immediatamente seguente l'inizio della terapia e precedente un qualsiasi beneficio clinico atteso probabilmente riflette il rischio di fratture al basale. L'efficacia dei bifosfonati deve perciò essere stimata misurando la variazione dell'incidenza di fratture nel tempo trascorso in terapia.
METODI I dati amministrativi dei rimborsi sono stati utilizzati per seguire 3 coorti di donne di almeno 65 anni di età (in totale 210.144) dopo l'inizio della terapia con alendronato, risedronato o ibandronato negli Stati Uniti, dall'immissione delle singole molecole in commercio fino al 2006. In ogni coorte l'incidenza basale di fratture cliniche all'anca, vertebrali e non vertebrali è stata definita nel trimestre immediatamente successivo all'inizio del trattamento. Relativamente a questo valore, è stata confrontata l'incidenza di fratture durante i 12 mesi seguenti.
RISULTATI All'inizio della terapia, la coorte in ibandronato era più giovane e aveva meno fratture pregresse rispetto alle altre due coorti. In accordo a ciò, l'incidenza basale di fratture all'anca era più alta nelle coorti in risedronato (0,90 per 100 anni-persona) e in alendronato (0,77) che in quella in ibandronato (0,64). Relativamente all'incidenza basale, l'incidenza di fratture era significativamente più bassa nei 12 mesi successivi nelle coorti in alendronato (-18% all'anca, -28% non vertebrali e -57% vertebrali) e in risedronato (-27% all'anca, -21% non vertebrali e -54% vertebrali). Nella coorte in ibandronato l'incidenza era più bassa (-31%) solo per le fratture vertebrali.
CONCLUSIONI Le differenze nell'incidenza di fratture al basale tra le coorti possono riflettere le differenze nel profilo di rischio dei pazienti a cui è prescritto ciascun bifosfonato. Le riduzioni osservate nell'incidenza di fratture nel tempo in ciascuna coorte suggeriscono che l'efficacia dei tre bifosfonati nella pratica clinica sia coerente con l'efficacia dimostrata nei trial clinici randomizzati.