I ricercatori
del British Whitehall study [1] hanno anche mostrato un
tasso doppio di mortalità non vascolare e una riduzione di circa
10 anni nell'aspettativa di vita dai 50 anni nei soggetti con i fattori
di rischio. Utilizzando una maggiore stratificazione del rischio e includendo
IMC, diabete mellito/intolleranza al glucosio e occupazione, l'aspettativa
di vita variava di oltre 15 anni.
I dati per lo studio sono stati raccolti da 18.863 uomini di età
compresa tra 40 e 69 anni, impiegati nel servizio civile a Londra all'epoca
della prima analisi (1967-1970). Essi avevano completato questionari sulla
loro storia medica, indicando se fumavano, se erano sposati e quale mansione
occupassero al lavoro ed erano stati sottoposti a una visita medica, durante
la quale erano stati misurati pressione (PA), peso, altezza e livelli
di colesterolo (CT) e di glucosio. I soggetti sono stati divisi in 2 gruppi
in base ai tre fattori di rischio: fumatori correnti (sì/no); PA
al basale ("alta": PAS>140 mmHg o "bassa"); CT
al basale ("alto": CT>5,0 mmol/L o "basso"). Inoltre
è stato calcolato un risk score partendo da questi fattori. Gli
uomini sono stati seguiti per 38 anni: 13.501 sono morti e 4811 sono stati
riesaminati nel 1997.
All'inizio dello studio, il 42% degli uomini erano fumatori correnti,
il 39% era iperteso e il 51% aveva un'elevata colesterolemia. Al riesame,
circa i due terzi dei fumatori correnti precedenti aveva interrotto l'uso
di sigarette e le differenze tra i livelli medi di alta e bassa PA e di
alto e basso CT erano attenuate di due terzi. Ciononostante, a confronto
con gli uomini senza nessun fattore di rischio al basale, la presenza
dei tre determinanti all'ingresso nello studio era associata a una riduzione
dell'aspettativa di vita di 10 anni dall'età di 50 anni (23,7 vs
33,3 anni). A confronto con gli uomini nel quintile inferiore di risk
score basato su fumo, diabete, occupazione e livelli di PA, CT e IMC,
gli uomini nel quintile superiore avevano un'aspettativa di vita inferiore
di 15 anni (20,2 vs 35,4 anni).
Lo studio ha mostrato concordanza di risultati con il Physicians' Health
Study [2] e ha fornito la conferma dell'importanza di questi
fattori di rischio nel ridurre l'aspettativa di vita e il supporto alle
politiche sanitarie volte a promuoverne le modifiche.
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