TIAZOLIDINEDIONI E RISCHIO DI ICTUS INCIDENTI IN PAZIENTI DIABETICI DI TIPO 2



THIAZOLIDINEDIONES AND THE RISK OF INCIDENT STROKES IN PATIENTS WITH TYPE 2 DIABETES: A NESTED CASE-CONTROL STUDY
Azoulay L, Schneider-Lindner V, Dell'aniello S, et al.
Pharmacoepidemiol Drug Saf, pubblicato on line l'8 dicembre 2009


I risultati di questo studio basato sulla popolazione indicano che i tiazolidinedioni (TZD), assunti sia come monoterapia che in combinazione, non sono associati all'incidenza di ictus se confrontati con le combinazione di altri agenti ipoglicemizzanti orali.

RIASSUNTO
CONTESTO Determinare se l'uso di tiazolidinedioni (TZD) riduce il rischio di ictus incidenti nei pazienti con diabete di tipo 2.
METODI È stato effettuato uno studio caso-controllo nidificato all'interno di una coorte basata sulla popolazione del UK General Practice Research Database (GPRD). La coorte era costituita da pazienti con età >=40 anni cui era stato prescritto per la prima volta un agente orale ipoglicemico tra l'1 gennaio 1998 a il 30 giugno 2008. I casi includevano tutti i soggetti che avevano avuto un ictus durante il follow-up. A ogni caso sono stati appaiati per età (+/-2 anni), sesso, data di ingresso nella coorte (+/-1 anno) e durata del follow-up fino a 10 controlli. Utilizzando la regressione logistica condizionale sono stati valutati i rate ratio (RR) per ictus associato all'uso dei TZD rosiglitazone e pioglitazone, rispetto alla combinazione di altri agenti ipoglicemizzanti orali.
RISULTATI La coorte includeva 75.717 utilizzatori di agenti orali ipoglicemizzanti, di cui 2417 con insorgenza di ictus durante il follow-up. L'incidenza di ictus nei pazienti che avevano assunto TZD come monoterapia (RR 1,20; IC al 95% 0,77-1,86) o in combinazione con altri agenti orali ipoglicemizzanti (RR 0,78; 0,58-1,04) non risultava inferiore rispetto alle combinazioni di altri agenti orali ipoglicemici. Gli RR erano simili per rosiglitazone e pioglitazone.
CONCLUSIONI I risultati di questo studio indicano che i tiazolidinedioni non sembrano ridurre l'incidenza del primo ictus.