RIASSUNTO
OBIETTIVO Valutare se l'uso dell'antidepressivo venlafaxina sia
associato a un aumento del rischio di morte cardiaca improvvisa o "quasi
morte" rispetto ad altri antidepressivi comunemente utilizzati.
DISEGNO Studio osservazionale con base di popolazione.
SETTING E' stata condotta un'analisi caso-controllo innestata in
una coorte di nuovi utilizzatori dall'United Kingdom General Practice
Research Database.
PARTECIPANTI Nuovi utilizzatori di venlafaxina, fluoxetina, citalopram
o dosulepina dall'1 gennaio 1995, di età compresa tra 18 e 89 anni,
con diagnosi di depressione o ansietà. I partecipanti sono stati
seguiti fino a febbraio 2005, o all'occorrenza di morte cardiaca improvvisa
o "quasi morte", identificata da record medici che riportavano
tachiaritmia ventricolare acuta non fatale, morte improvvisa per cause
cardiache o morti extra-ospedaliere per eventi cardiaci ischemici acuti.
Per ogni caso sono stati selezionati 30 controlli appaiati per età,
sesso, anno solare e indicazioni. E' stata usata la regressione logistica
condizionale per calcloare gli odds ratio aggiustati di morte cardiaca
improvvisa o "quasi morte" associati all'uso corrente di venlafaxina
rispetto all'uso corrente di fluoxetina, citalopram o dosulepina.
RISULTATI 207.384 partecipanti sono stati seguiti per una media
di 3,3 anni. Si sono verificati 568 casi di morte cardiaca improvvisa
o "quasi morte", appaiati a 14.812 controlli. L'odds ratio aggiustato
di morte cardiaca improvvisa o "quasi morte" associato all'uso
di venlafaxina era 0,66 (IC al 95% 0,38-1,14) rispetto all'uso di fluoxetina,
mentre rispetto a citalopram era 0,89 (0,50-1,60) e a dosulepin 0,83 (0,46-1,52).
CONCLUSIONI In questo ampio studio con base di popolazione, l'uso
di venlafaxina non era associato a un eccesso di rischio di morte cardiaca
improvvisa o "quasi morte" rispetto all'uso di fluoxetina, citalopram
o dosulepina, in pazienti con depressione o ansia.
|