RIASSUNTO
OBIETTIVI Cinque classi di farmaci hanno mostrato di migliorare
la prognosi dell'infarto miocardico acuto nei trial clinici: aspirina,
beta-bloccanti, statine, bloccanti del sistema renina-angiotensina (RAS)
e tienopridine. Si è voluto valutare se i benefici di una terapia
combinata con questi farmaci (Optimal medical therapy, OMT), comporti
una riduzione della mortalità nella pratica clinica.
DISEGNO Registri nazionali.
SETTING Ospedali con unità di cardiologia o reparto di medicina
interna.
PAZIENTI 5353 pazienti con infarto miocardico acuto. Alla dimissione
l'89% riceveva aspirina, 90% beta-bloccanti, 84% statine, 81% RAS-bloccanti,
70% una tienopridina e 46,2% OMT.
INTERVENTI Farmacoterapia.
END PINT PRIMARI Sono stati calcolati gli odds ratio (OR) con IC
al 95% per mortalità da infarto miocardico, aggiustati per il rischio
basale del paziente.
RIULTATI La mortalità totale era ridotta del 74% nei pazienti
che ricevevano OMT (OR aggiustato 0,26; IC al 95% 0,18-0,38) versus i
pazienti che ricevevano uno o nessun farmaco. Questo risultato era coerente
in sottogruppi definiti da STEMI/NSTEMI, diabete e genere. La mortalità
era ridotta anche nei pazienti che ricevevano 2-4 farmaci (OR 0,49; 0,35-0,68)
e i diabetici erano l'unico sottogruppo senza effetti significativi. Le
analisi sull'importanza relativa di ciascun componente rivelava che l'interruzione
del trattamento con beta-bloccanti (0,63; 0,34-1,16) e/o una combinazione
di aspirina/clopidogrel (0,59; 0,20-1,17) aboliva la riduzione del rischio
conferito dalla OMT.
CONCLUSIONI Nella pratica clinica una terapia medica ottimale,
basata su 5 farmaci usati nella prevenzion primaria e secondaria delle
malattie cardiovascolari, era associata a una mortalità ad un anno
significativamente inferiore in pazienti con infarto miocardico acuto.
Tuttavia, la OMT è somministrata a meno di metà dei pazienti
idonei alla terapia, lasciando spazio a ulteriori miglioramenti.
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