RIASSUNTO
SCOPO Obiettivo di questo studio era determinare se l'uso di tiazolidinedioni
(TZD) sia associato a un aumento del rischio di fratture in uomini e donne
con diabete mellito di tipo 2 e confrontare gli effetti di pioglitazone
e rosiglitazone.
MATERIALI E METODI Un database con informazioni cliniche e farmaceutiche
integrate è stato analizzato usando modelli di Cox aggiustati per
età, sesso, pneumopatia cronica ostruttiva, asma, osteoporosi,
ictus, fratture precedenti e score per patologie croniche. I pazienti
sono stati seguiti per 540 giorni.
RISULTATI Si è osservata un'incidenza di fratture maggiori
del 39% (hazard ratio aggiustato [HR] 1,39; IC 95% 1,32-1,46) in
uomini e donne esposti a TZD (n=69047; età 56±5 anni; 59%
uomini; 48% rosiglitazone) rispetto ai controlli (n=75352; età
56±5 anni; 51% uomini). Gli uomini trattati con TZD avevano una
maggior probabilità di frattura rispetto ai controlli (HR per rosiglitazone
1,47; IC 95% 1,38-1,56; HR per pioglitazone 1,43; 1,34-1,52). Gli HR associati
a pioglitazone e rosiglitazone erano quindi quasi identici. L'uso di TZD
era associato a un maggior rischio di fratture nelle donne, sia sopra
che sotto i 50 anni, e negli uomini oltre i 50 anni.
CONCLUSIONI I risultati supportano la crescente mole di letteratura
a favore dell'ipotesi che il trattamento con TZD sia associato a un aumento
del rischio di fratture sia negli uomini che nelle donne, che gli effetti
di rosiglitazone e pioglitazone siano simili e che il rischio di fratture
aumenti anche nelle donne in giovane età.
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