RIASSUNTO
CONTESTO Questo studio confronta direttamente il rischio di infarto
acuto del miocardio, insufficienza cardiaca
acuta o morte
per tutte le cause tra pazienti trattati
con pioglitazone e con rosiglitazone in una popolazione con assistenza
sanitaria.
METODI E RESULTATI Sono stati inclusi pazienti maggiorenni (età
>=18 anni) che avevano iniziato la terapia con rosiglitazone o pioglitazone
tra il 1 gennaio 2001 e 12 dicembre 2005. La data della prima prescrizione
dei farmaci era definita come data indice. Sono stati esclusi i pazienti
che nell'anno precedente alla data indice non rispondevano ai criteri
di inclusione o avevano una prescrizione di insulina. L'end point primario
era il tempo trascorso fino alla manifestazione di un evento tra infarto
del miocardio, insufficienza cardiaca o morte nei pazienti trattati con
pioglitazone o rosiglitazone. Il National
Death Index database è stato usato per
ottenere la data del decesso dei pazienti che erano morti durante il periodo
di studio. E' stato usato un appaiamento per propensity score per
controllare per potenziali confondimenti. Per
valutare gli effetti di esposizione a rosiglitazone o pioglitazone sul
tempo all'evento è
stato usato il
modello a rischi proporzionali di Cox.
Sono stati individuati 36.628 pazienti (58%
uomini, età media 54 anni). Dei pazienti trattati con rosiglitazone
602 (4,16%) aveva avuto infarto del miocardio, insufficienza cardiaca
o morte, rispetto a 599 (4,14%) dei pazienti trattati con pioglitazone,
appaiati per propensity score. Non sono state osservate differenze
tra gruppi appaiati nel rischio di evento composito (hazard ratio 1,03;
IC 95% 0,91-1,15; p=0,666) quando i pazienti erano seguiti dalla data
indice fino al termine del periodo di studio, alla perdita dei criteri
di arruolamento o alla diagnosi di infarto del miocardio, insufficienza
cardiaca o morte.
CONCLUSIONI In questo studio di coorte retrospettivo che ha confrontato
direttamente rosiglitazone e pioglitazone in una popolazione appaiata
per propensity score e che includeva dati sulla mortalità,
non sono emerse differenze riguardo al rischio di infarto del miocardio,
insufficienza
cardiaca o morte.
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