RIASSUNTO
OBIETTIVO Determinare gli effetti comparativi dei tiazolidinedioni
(rosiglitazone e pioglitazone) su infarto del miocardio, insufficienza
cardiaca congestizia e mortalità in pazienti con diabete di tipo
2.
DISEGNO Revisione sistematica e metanalisi di studi osservazionali.
SORGENTE DATI Ricerche in Medline e Embase nel settembre
2010.
SELEZIONE DEGLI STUDI Sono stati inclusi studi osservazionali che
comparavano direttamente il rischio di esiti cardiovascolari per rosiglitazone
e pioglitazone nei pazienti con diabete di tipo 2.
ESTRAZIONE DATI E' stata condotta una metanalisi a effetti random
(metodo di varianza inversa) per calcolare gli odd ratio per end
point cardiovascolari derivanti dall'uso di tiazolidinedioni. Per
valutare l'eterogeneità statistica è stato usato l'I2
statistico.
RISULTATI Dopo una dettagliata revisione di 189 citazioni sono
stati valutati gli end point cardiovascolari da 16 studi osservazionali
(4 caso-controllo e 12 studi di coorte retrospettivi), che includevano
in totale 810.000 utilizzatori di tiazolidinedioni. Rispetto a pioglitazone,
l'uso di rosiglitazone era associato a un incremento statisticamente significativo
degli odd ratio per infarto del miocardio (n=15 studi; odd ratio [OR]
1,16; IC 95% 1,07-1,24; p<0,001; I2=46%), scompenso cardiaco
congestizio (n=8; OR 1,22; 1,14-1,31; p<0,001; I2=37%) e
morte (n=8; 1,14; 1,09-1,20; p<0,001; I2=0%). Il numero
necessario da trattare per ottenere un effetto avverso
(numbers needed to treat to harm; NNH), dipendente dalla popolazione
a rischio, suggerisce un eccesso di eventi ogni
100.000 pazienti che ricevono rosiglitazone al posto di pioglitazone,
pari a 170 per infarto del miocardio, 649
per insufficienza cardiaca e 341 per morte.
CONCLUSIONI Nel contesto reale, l'uso di rosiglitazone nei
pazienti con diabete di tipo 2 è associato
a un odd ratio significativamente più alto per scompenso
cardiaco congestizio, infarto del miocardio e morte rispetto a pioglitazone.
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