RIASSUNTO
CONTESTO Gli studi epidemiologici precedenti hanno prodotto risultati
inconsistenti per quanto riguarda l'associazione tra l'uso di farmaci
anti-infiammatori non steroidei (FANS) e il rischio di malattia di Parkinson
(PD).
METODI È stata condotta un'analisi caso-controllo utilizzando
il General Practice Research Database britannico. I casi (>=40
anni) avevano una nuova diagnosi di PD tra il 1994 e il 2009. Sono stati
identificati quattro controlli per ogni caso di PD, appaiati in base a
età, sesso, medicina generale e data indice. L'uso di FANS, aspirina
e paracetamolo è stato stratificato per tempi di esposizione e
durata sia nei casi che nei controlli. Sono stati calcolati gli odds
ratio (OR), utilizzando la regressione logistica condizionale. Per
ulteriori analisi, la data indice è stata spostata indietro di
1, 2 e 3 anni, rispettivamente.
RISULTATI Sono stati identificati 4026 casi con una diagnosi di
PD idiopatico incidente e 15.969 controlli appaiati. Rispetto ai pazienti
senza alcuna precedente prescrizione di FANS, quelli con un utilizzo pregresso
non mostravano alcun aumento del rischio di diagnosi di PD (OR 1,07; IC
95% 0,99-1,16). L'uso a lungo termine (>=15 prescrizioni) era associato
a un rischio lievemente inferiore di PD (OR aggiustato 0,94; 0,83-1,07).
I rischi relativi di PD per l'uso di aspirina o paracetamolo non erano
molto più elevati (rischio di PD con uso a lungo termine: OR aggiustato
1,16; 1,03-1,30 e 1,15; 1,02-1,30, rispettivamente) rispetto ai non utilizzatori.
Il rischio stimato si riduceva fino ad azzerarsi nelle analisi successive
con le date indice spostate.
CONCLUSIONE In questo ampio studio osservazionale con i dati del
Regno Unito, l'uso prolungato di FANS, aspirina o paracetamolo non era
associato a un rischio sostanzialmente modificato di sviluppare PD.
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