SOLUBLE INTRACELLULAR ADHESION MOLECULE-1, SOLUBLE VASCULAR ADHESION MOLECULE-1,
AND THE DEVELOPMENT OF SYMPTOMATIC PERIPHERAL ARTERIAL DISEASE IN MEN

Pradhan AD, Rifai N, Ridker PM
Circulation 2002; 106:820-825

L'aderenza dei leucociti all'endotelio vascolare è uno degli eventi più precoci dimostrabili del processo aterosclerotico. L'adesione leucocitaria e la migrazione transendoteliale è mediata dalle molecole di adesione cellulare (CAMs), che sono espresse sulla superficie endoteliale in risposta ad una varietà di stimoli aterogeni, tra cui molte citochine pro-infiammatorie (interleuchina-1, TNF-alfa e interferone-gamma). La CAM-1 intracellulare (ICAM-1) e vascolare (VCAM-1) sono due membri prototipici della superfamiglia delle immunoglobuline CAMs, che sono importanti nell'accumulo focale di leucociti nelle regioni sottoendoteliali dell'ateroma. Sia l'ICAM-1 che il VCAM-1 sono espresse all'interno delle lesioni aterosclerotiche e livelli plasmatici elevati delle forme solubili di queste molecole suggeriscono un loro ruolo nella rottura di placca.
E' dimostrato infatti che un innalzamento dei livelli plasmatici è correlato allo sviluppo di eventi coronarici occlusivi in individui ritenuti sani. Non è chiaro, tuttavia, se ci siano relazioni simili per quanto riguarda lo sviluppo di aterosclerosi sistemica precoce.
In uno studio prospettico, caso-controllo, condotto su un campione di 14.916 uomini, arruolati nel Physician's Health Study, di età compresa tra i 40 e gli 84 anni, senza storia pregressa di malattie vascolari o di cancro, per i quali era disponibile un campione di sangue in EDTA prelevato al basale e conservato a -80°C, è stata valutata la relazione tra livelli basali di ICAM-1 solubile (sICAM-1) e di VCAM-1 solubile (sVCAM-1) e sviluppo successivo di arteriopatia periferica sintomatica (PAD) durante il periodo di follow-up durato 9 anni.
I livelli mediani di sICAM-1, ma non di sVCAM-1, erano significativamente più alti al basale nei soggetti che hanno in seguito sviluppato PAD, rispetto ai soggetti che non l'hanno sviluppata, scelti come controlli (285,2 vs 267,8 ng/mL [p=0,005] per l'sICAM-1 e 701,0 vs 709,3 ng/mL [p=0,8] per sVCAM-1). Nelle analisi aggiustate per età e fumo, la Odds ratio (OR) nel quartile più alto di sICAM-1, confrontato con il quartile più basso, era 3,9 (95% IC 1,7-8,6; p per il trend=0,001). Dopo aggiustamento additivo per i fattori di rischio lipidici e non, tra cui la proteina C-reattiva (CRP), i livelli elevati di sICAM-1 rimangono associati significativamente all'insorgenza di PAD (OR 3,5, IC 95% 1,4-8,5; p per il trend=0,008).
Mentre la relazione dose-risposta continua era evidente nell'intero spettro dei livelli di ICAM-1, concentrazioni elevate di VCAM-1 non erano associate a PAD futura, né nel modello con le due covariate (età e fumo), né in quello che includeva tutte le variabil
Livelli elevati di sICAM-1 sono quindi associati in modo indipendente allo sviluppo di aterosclerosi accelerata tra soggetti altrimenti sani, anche in assenza di occlusioni coronariche acute. Questa evidenza ha molte implicazioni importanti.
I risultati dello studio completano precedenti osservazioni ricavate da questa e altre coorti nelle quali livelli elevati di sICAM-1 erano predittivi di infarto del miocardio e di ictus. L'aumento, osservato nel plasma, dei livelli di queste molecole potrebbe essere indicativo di infiammazione generalizzata e di up-regulation nelle cellule non endoteliali, piuttosto che di un evento anatomicamente localizzato nel letto vascolare ateromatoso. Infatti la CRP, un marker sensibile di infiammazione sistemica, è correlato positivamente all'sICAM-1. Ciò suggerisce che una terapia in grado di ridurre l'adesione cellulare, possa prevenire o migliorare la progressione dell'aterosclerosi periferica, processo nel quale l'ICAM-1 gioca un ruolo indipendente.
Da ultimo, mentre da un lato questi dati confermano l'associazione tra attivazione endoteliale, infiammazione e aterosclerosi sistemica, dall'altro suggeriscono anche la possibilità che i meccanismi immunitari cellulo-mediati e la sequenza temporale associata di eventi nella progressione della PAD clinica sia differente da quelli relativi all'occlusione coronarica acuta.