ANTI-INFIAMMATORI
NON STEROIDEI E RISCHIO DI ABORTO Gli anti-infiammatori non steroidei (FANS) sono tra i più comuni farmaci prescritti alle donne durante la gravidanza. Tutti i FANS sono inibitori dell'enzima ciclo-ossigenasi, quindi bloccano la sintesi di prostaglandine e trombossano e possono provocare effetti sfavorevoli sia nella madre che nel feto. Alcuni studi hanno trovato un' associazione tra uso di aspirina o di indometacina e aumentato rischio di difetti congeniti e di basso peso alla nascita. Di contro, altri studi non hanno confermato tali risultati. Comunque, finora, l'associazione particolare tra esposizione del feto ai FANS e rischio di eventuali problemi alla nascita è stata esaminata in studi con basso numero di partecipanti, e poco in studi di popolazione. In un articolo pubblicato sul numero di febbraio 2001 del British Medical Journal, alcuni ricercatori danesi hanno riportato i risultati di un loro studio di popolazione riguardante proprio l'associazione tra uso di FANS in gravidanza e rischio di problemi legati alla nascita (difetti congeniti, basso peso alla nascita, prematurità e aborto spontaneo). Questo studio, condotto in Danimarca, nella contea del North Jutland, che ha una popolazione di circa 490.000 abitanti, ha incluso tutte le donne che tra il 1991 e il 1998 avevano partorito un nato-vivo o che avevano avuto un aborto spontaneo. Il rischio di difetti congeniti, basso peso alla nascita, e prematurità è stato esaminato in uno studio di coorte, mentre il rischio di aborto spontaneo in uno studio di casi-controllo. Lo studio di coorte comprendeva tutte le donne che avevano partorito un nato-vivo o un nato-morto, dopo la 28ma settimana di gestazione. Le donne sono state suddivise in due gruppi. Nel primo, c'erano 1.462 donne incinte cui erano stati prescritti FANS, nel periodo che andava da 30 giorni prima del concepimento fino alla fine della gravidanza. Nel secondo gruppo, di riferimento, c'erano 17.259 donne incinte cui non era stato prescritto alcun farmaco durante la gravidanza. Lo studio di casi-controllo, per determinare l'associazione tra FANS e aborto spontaneo, comprendeva 4268 casi rappresentati da aborti spontanei in donne cui erano stati prescritti FANS nelle 12 settimane prima della data di dimissione dall' ospedale, a seguito dell'aborto. I controlli erano rappresentati da 29.750 primipare che avevano partorito nati vivi. I ricercatori hanno riportato l'incidenza dei diversi problemi legati alla nascita esprimendosi in termini di odds ratio (rapporto incrociato), che misura la forza di un'associazione tra due eventi. L'odds ratio per difetti congeniti, basso peso alla nascita, e prematurità nelle donne che avevano assunto FANS era rispettivamente di 1,27 (intervallo di confidenza tra 0,93 e 1,75), 0,79 (tra 0,45 e 1,38), e 1,05 (tra 0,80 e 1,39). L'odds ratio per le donne che avevano assunto FANS nelle settimane precedenti un aborto spontaneo era di 6,99 (tra 2,75 e 17,74) quando i FANS erano assunti durante l' ultima settimana prima dell'aborto, mentre l'odds ratio era di 2,69 (tra 1,81 e 4,00) quando erano assunti tra 7 e 9 settimane prima dell' aborto. Il rischio non era diverso quando l' analisi era ristretta agli aborti mancati. Tali risultati mostrano che non c'è una significativa associazione tra uso di FANS durante la gravidanza e rischio di difetti congeniti, basso peso alla nascita e prematurità, ma c'è una significativa associazione con l'aborto. Naturalmente occorrono altri studi di popolazione per confermare che le donne incinte che assumono FANS hanno effettivamente un aumentato rischio di aborto spontaneo. Fonte:
http://www.bmj.com (3
febbraio 2001) |