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I 3 casi
segnalati e presentati in questa pubblicazione suggeriscono che l'uso
di inibitori della cicloossigenasi-2 (COX-2 inibitori) può causare
ritenzione urinaria acuta. Tuttavia, questo effetto collaterale potrebbe
essere limitato a quei pazienti che presentano già una alterata
funzionalità della vescica.
Il primo paziente, una donna di 89 anni con problemi clinici multipli,
è arrivato al pronto soccorso lamentando una ridotta minzione ed
incontinenza. Due giorni prima della comparsa dei sintomi, la paziente
aveva iniziato ad assumere rofecoxib per un dolore alla spalla. E' stato
inserito un catetere urinario per facilitare lo svuotamento della vescica.
Dopo aver rimosso il catetere quattro giorni più tardi, la paziente
aveva riacquistato completamente la capacità di eliminare l'urina.
Il secondo caso riguardava una donna di 72 anni che aveva sviluppato ritenzione
urinaria, mentre era in ospedale per un'ischemia. Cinque giorni prima
della dimissione, la paziente aveva iniziato un trattamento con rofecoxib
per un dolore agli arti inferiori. 24 giorni dopo l'interruzione della
terapia, la ritenzione urinaria della paziente era completamente risolta.
Il terzo caso era rappresentato da un uomo di 75 anni per il quale si
era osservato un peggioramento nei sintomi a carico dell'apparato urinario
dopo aver assunto celecoxib per alleviare il dolore da artrite. Anche
questa volta la minzione era ritornata normale dopo aver interrotto l'assunzione
del farmaco.
Gli inibitori della cicloossigenasi hanno dimostrato di avere effetti
dannosi sul rene, ma non sono stati riportati ad oggi dati su un loro
coinvolgimento nella disfunzione clinica della vescica. Gli autori di
questa pubblicazione rilevano che tutti i pazienti avevano già
delle patologie che potevano causare una disfunzione della vescica. Si
pensa che la concomitante somministrazione di un inibitore della COX-2
abbia ridotto ulteriormente la funzionalità del muscolo detrusore,
inducendo ritenzione urinaria. Sebbene sia improbabile che questi composti
possano causare un tale effetto in soggetti con una normale attività
della vescica, i COX-2 inibitori dovrebbero essere considerati in una
diagnosi differenziale di ritenzione urinaria.
In studi in vitro è stato dimostrato che le prostaglandine possono
indurre delle contrazioni toniche lente della muscolatura della vescica,
e un pre-trattamento di queste fasce muscolari con inibitori delle prostaglandine
riduce il tono muscolare e la contrattilità. Altri ricercatori
hanno osservato che la capacità della vescica e la compliance possono
essere aumentate in animali trattati con inibitori della cicloossigenasi.
Studi condotti sull'uomo hanno dimostrato una efficacia terapeutica per
il trattamento dell'instabilità del muscolo detrusore e gli spasmi
post-operatori della vescica con altri farmaci antinfiammatori non steroidei.
E' bene tuttavia rilevare che dai trials clinici, che hanno arruolato
migliaia di soggetti, non è emersa alcuna evidenza che rofecoxib
aumenti il rischio di ritenzione urinaria acuta. Inoltre l'esperienza
post-marketing con il farmaco in oggetto non ha evidenziato nessuna crescita
di tale rischio. Da un punto di vista del meccanismo d'azione, è
plausibile che i farmaci che riducono i livelli di prostaglandine possano
indurre ritenzione urinaria.
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