Goli
A.K, Goli S.A, Byrd R.P, Roy T.M Clinical Pharmacology &Therapeutics
2002; 72:461-464
Simvastatina,
un inibitore dell'idrossimetil-glutaril coenzima A reduttasi (HMG-CoA), è
il farmaco più comunemente usato nella terapia ipocolesterolemizzante.
Il profilo della sicurezza a lungo termine di questo principio attivo, stabilito
da più di dieci anni di utilizzo clinico, è eccellente. Gli inibitori
della HMG-CoA reduttasi bloccano questo enzima che risulta coinvolto nella fase
limitante della sintesi del colesterolo. Dalla via metabolica che porta alla sintesi
del colesterolo derivano però anche altri importanti composti non sterolici,
come il coenzima Q10 (CoQ10), che è un carrier fondamentale della catena
respiratoria mitocondriale, coinvolta nella fosforilazione ossidativa. Più
precisamente il CoQ10 è un cofattore essenziale nel sistema di trasporto
degli elettroni e ha proprietà antiossidanti che contribuiscono al mantenimento
dell'integrità della cellula. Si è ipotizzato che un deficit metabolico
di questo coenzima possa favorire la produzione e l'accumulo di lattato; tuttavia
manca ancora l'evidenza sperimentale di questo dato. Simvastatina e altri inibitori
della HMG-CoA reduttasi diminuiscono le concentrazioni ematiche di CoQ10. E' stato
supposto che l'effetto collaterale di miopatia indotta da questa classe di farmaci
sia causato da una deficienza di CoQ10 a livello mitocondriale. In questo lavoro
viene suggerita la possibilità che una acidosi lattica possa rappresentare
una complicazione derivante dalla terapia con simvastatina. Viene infatti riportato
il caso di un paziente, un uomo di 53 anni, il quale, oltre agli effetti collaterali
classici delle statine, ovvero rabdomiolisi ed epatite colestatica, ha sviluppato
una acidosi lattica in seguito al trattamento con la statina. Ciò può
supportare l'ipotesi che deficit metabolico del CoQ10 favorisca la produzione
e l'accumulo di lattato. |