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J Clin Pharmacol 2003; 55:415-416
CONTESTO
La sindrome di iperattività da farmaci antiepilettici (AHS) risulta associata
al trattamento con composti antiepilettici aromatici. SCOPO Descrivere
il caso in cui la AHS è comparsa in seguito a somministrazione di carbamazepina
(CBZ) ed è ricomparsa, in modo del tutto inusuale, durante il trattamento
con valproato. IL CASO Un uomo di 36 anni è stato ricoverato
in ospedale a causa di febbre, eritema e linfoadenopatia. In salute fino a 32
giorni prima del ricovero, quando gli era stata diagnosticata l'epilessia e di
conseguenza aveva iniziato un trattamento con CBZ. Due settimane dopo era comparso
uno strano mal di denti. Gli esami avevano rilevato la presenza di una linfoadenopatia
cervicale sinistra ed era stata prescritta una terapia a base di claritromicina.
Cinque giorni prima del ricovero era stato visitato per la comparsa di rash cutaneo
accompagnato da febbre e da un ingrossamento dei linfonodi sottomascellari sinistri.
Il trattamento con claritromicina è stato allora sospeso anche se il paziente
non aveva riportato alcun precedente episodio di tubercolosi o di allergie a farmaci. Al
momento del ricovero presentava febbre (37,8°C), un rash eritematoso con macule
e papule su braccia, cosce e tronco, e ulcerazioni oro-nasali tipiche della sindrome
di Stevens-Johnson. Erano presenti anche eritema congiuntivale, faringite, linfoadenopatia
cervicale bilaterale e sottomascellare. Gli esami di laboratorio hanno rilevato
uno stato di linfocitosi (8000 mm-3) con lieve eosinofilia (500 mm-3),
mentre la biopsia del nodulo cervicale ha evidenziato una iperplasia follicolare.
Il trattamento con CBZ è stato sospeso e sostituito con uno a base di prednisolone.
Il paziente è migliorato. Due settimane dopo, la linfoadenopatia era completamente
risolta e quindi poteva ricominciare ad assumere valproato. Subito sono ricomparsi
il rash esemantoso diffuso, febbre e adenopatia. Una biopsia della cute ha fornito
dati conformi alla sindrome di Stevens-Johnson. Nuovamente il valproato è
stato sospeso. Attualmente viene trattato con gabapentin e non presenta effetti
collaterali. L'incidenza di AHS è di 1 caso ogni 1000-10000 pazienti
trattati con farmaci anticonvulsivanti aromatici. La malattia si manifesta normalmente
nell'arco dei primi tre mesi di terapia, ma i soggetti che riassumono il farmaco
dopo un periodo di sospensione o di sostituzione con altri composti, possono sviluppare
AHS anche subito. Il rash è comunemente un esantema, ma possono comparire
anche reazioni più gravi, incluse la sindrome di Stevens-Johnson e una
necrolisi epidermica tossica. Fenitoina, carbamazepina e fenobarbitale sono
composti che contengono tutti un gruppo aromatico che viene metabolizzato dal
citocromo P450 ad ossidi attivi; successivamente il metabolismo coinvolge le epossido-idrolasi.
È stato allora ipotizzato che un deficit nelle epossido-idrolasi potrebbe
portare ad un accumulo di metaboliti intermedi biologicamente attivi. Questi potrebbero
poi legarsi a macromolecole tessutali provocando un danno alle cellule oppure
potrebbero agire da apteni stimolando le cellule T e di conseguenza scatenare
una risposta autoimmune sistemica. Per contro l'acido valproico non è
un composto aromatico. Attualmente sono noti soltanto due casi di sindrome di
iperattività da farmaci antiepilettici (AHS) indotta da valproato. Il meccanismo
non è ancora noto. Il caso presentato in questa sede, in cui i sintomi
della malattia sono rapidamente comparsi subito dopo aver iniziato il trattamento
con valproato in un paziente ricoverato per AHS associata all'assunzione di carbamazepine
(CBZ), risulta conforme ad un meccanismo immunologico; potrebbe trattarsi di una
reazione di anticorpi circolanti contro i farmaci antiepilettici provocata da
una cross-reattività clinica tra CBZ e valproato. |