HARMFUL
INTERACTIONS Austr Adv Drug React Bulletin, dicembre 2003
Un
recente articolo ha messo in luce i rischi della prescrizione di farmaci che possono
interagire con una terapia farmacologica efficace, ben tollerata e a lungo termine,
nei soggetti anziani. L'articolo si è focalizzato sugli effetti collaterali
di tre casi di terapia combinata: (1) ipoglicemia in terapia con glibenclamide
più trimetoprina/sulfametossazolo; (2) tossicità da digossina in
terapia con digossina più claritromicina; (3) iperkaliemia in terapia con
ACE-inibitore più diuretico risparmiatore di potassio. Gli autori hanno
osservato un aumento dei ricoveri ospedalieri correlati a ciascuna delle tre combinazioni
farmacologiche. I pazienti in trattamento con un ACE-inibitore e che hanno assunto
in seguito anche un diuretico risparmiatore di potassio, presentavano un rischio
di ricovero aumentato di 20 volte. Alcuni sono rimasti in ospedale per un periodo
medio di 8 giorni, altri, in numero elevato, sono deceduti a causa di questa interazione. (1)
Nello specifico due pazienti diabetici stabilizzati con glibenclamide hanno cominciato
a mostrare uno stato di ipoglicemia con la concomitante assunzione di trimetoprina/sulfametossazolo,
necessaria per un'infezione batterica. Il soggetto che ha assunto solo trimetoprina
non ha mostrato alcuna reazione avversa; mentre nell'altro caso l'effetto collaterale
è comparso a causa dell'azione inibente delle sulfonammidi sul metabolismo
epatico della sulfonilurea ad opera del citocromo CYP2C9. (2) Una donna di
75 anni in terapia con digossina (25 µg/die) da almeno 4 anni è stata
ricoverata per tossicità da farmaco (4,2 mmol/L) dopo tre giorni di trattamento
con claritromicina (250 mg/2 volte al giorno). La dose di digossina è stata
dimezzata e la claritromicina sospesa. La biodisponibilità della digossina
è risultata attorno al 70% in quanto la glicoproteina-p presente nella
parete intestinale trasporta il farmaco nel lume dell'intestino, riducendone l'assorbimento.
Claritromicina e altri antibiotici macrolidi, inibiscono il meccanismo di trasporto
mediato dalla proeteina-p, aumentando così la quantità di digossina
assorbita. (3) Tre pazienti hanno sviluppato uno stato di iperkaliemia (due
con insufficienza renale) dopo aver aggiunto spironolattone ad una terapia a lungo
termine con un ACE-inibitore. In un caso i livelli di potassio sono arrivati a
8,4 mmol/L. E' noto che gli ACE-inibori provocano iperkaliemia, ma la somministrazione
contemporanea di diuretici risparmiatori di potassio, come spironolattone o amiloride,
amplifica questo effetto mediante l'inibizione dell'escrezione renale di potassio. Nel
contesto di una terapia a lungo termine si può quindi raccomandare una
maggiore sorveglianza delle condizioni del paziente nelle settimane che seguono
l'introduzione o la sospensione di un nuovo farmaco. |