ACUTE
MYOCARDIAL INFARCTION INDUCED BY EPHEDRINE ALKALOIDS
Enders J.M, Dobesh P.P, Ellison J.N.
Pharmacotherapy 2003; 23:1645-1651
OBIETTIVO Valutare il caso di un possibile infarto miocardico acuto
senza innalzamento del segmento ST, indotto dall'assunzione di un preparato
fitoterapico a base di alcaloidi dell'efedrina e della caffeina, contenuti
nel guaranà.
IL CASO Una donna caucasica di 45 anni, apparentemente in buona
salute, è giunta al pronto soccorso per un forte dolore retrosternale
al torace comparso due ore prima, mentre saliva le scale di casa, senza
contemporanea presenza di diaforesi o di nausea. La paziente dichiarava
che il dolore era durato soltanto alcuni minuti. Al momento del ricovero
è emerso dall'anamnesi che da quattro anni la paziente assumeva
un prodotto fitoterapico, il metabolife 356 E-Z, a base di alcaloidi
dell'efedrina (24 mg) e della caffeina (80 mg), inizialmente per diminuire
di peso corporeo e successivamente per mantenerlo.
Da una prima valutazione, fatta al momento del ricovero, di enzimi cardiaci,
profilo metabolico basale, conta ematica completa, funzionalità
epatica e livelli di lipasi e di amilasi, tutto è risultato nella
norma, ma da una successiva analisi condotta dopo 5 ore dall'ospedalizzazione
sono emersi livelli elevati di troponina-I (9,6 ng/mL; test negativo con
valori <0,5 ng/mL), di creatinchinasi totale (118 IU/L vs un range
normale corrispondente a 30-135 IU/L) e di creatinchinasi-MB (9,5 ng/mLl
vs 0-10 ng/mL). In base al profilo lipidico a digiuno dopo 21 ore dal
ricovero, il colesterolo totale era 200 mg/dL, il colesterolo LDL 106
mg/dL, il colesterolo HDL 69 mg/dL, trigliceridi 124 mg/dL. Ciò
ha indotto i medici a sottoporre la paziente a cateterizzazione cardiaca
che però non ha rilevato alcuna presenza di aterosclerosi nelle
arterie coronariche.
DISCUSSIONE E' noto che in questi ultimi anni è aumentato
notevolmente il consumo di integratori alimentari e di prodotti della
medicina alternativa, di cui molti contengono alcaloidi dell'efedrina
(efedrina, pseudoefedrina, norpseudoefedrina, norefedrina, metilefedrina
e metilpseudoefedrina), composti dotati di attività simpaticomimetica
e di un profilo farmacologico e strutturale simile a quello delle amfetamine.
Si tratta di prodotti assunti per la riduzione del peso corporeo e per
migliorare le prestazioni fisiche; efedrina impiegata a dosi terapeutiche
determina spesso broncodilatazione, stimolazione cardiaca, aumento della
pressione sistolica e diastolica ed eccitazione del sistema nervoso centrale.
Inoltre induce una costrizione delle arterie coronariche e, in alcuni
casi, vasospasmo in seguito a potente stimolazione dei recettori alfa-adrenergici.
Tale evidenza suggerisce che, sebbene questi agenti siano generalmente
degli stimolanti cardiaci (beta1-adrenergici) che aumentano
il carico del miocardio, essi stessi possono anche ridurre in modo significativo
il bisogno di ossigeno. Ciò potrebbe rappresentare un ipotetico
meccanismo alla base della cardiomiopatia e dell'infarto miocardico nei
pazienti che assumono efedrina.
Del resto in numerosi repors della FDA questi composti sono stati riconosciuti
come la causa di effetti collaterali seri a carico del sistema cardiovascolare
(arresto cardiaco, ipertensione e tachicardia soprattutto).
CONCLUSIONI Il vasospasmo indotto dagli alcaloidi dell'efedrina
è una probabile causa dell'infarto miocardico acuto della paziente,
sulla base del suo basso rischio di malattia aterosclerotica e il punteggio
della scala delle probabilità di Narajo sulle razioni avverse collaterali.
Questi fattori, sommati all'assunzione per un lungo periodo degli alcaloidi
dell'efedrina, suggeriscono una probabile correlazione causale tra questi
prodotti ed eventi ischemici.
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